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I pompieri a Monselice

Nell’agosto del 1861 accadde qualcosa che sconvolse la cittadina di Monselice: morì bruciata una bimba di dieci anni, questa vicenda si rivelò emblematica e portò ad una svolta. Infatti tre anni dopo venne finalmente effettuato l’acquisto di una pompa antincendio e istituito il corpo di vigili volontari.  Ma perchè si aspettò così tanto? Quali furono gli eventi antecedenti a questa morte così sconcertante che forse poteva essere evitata?

Partì tutto il primo giugno 1838 quando il consiglio comunale decide di assicurare contro gli incendi gli edifici comunali di Monselice (la società di assicurazione era la Compagnia di Assicurazioni Generali Austro Italiche) ma in quell’anno non si dotò di una pompa antincendio. Quindi l’I.R delegazione provinciale domandò spiegazioni per il mancato acquisto, sentendosi rispondere che era molto costosa, non si sapeva dove metterla e che bastava istituire un Ispettore dei Camini (ma questa era una misura insufficiente!). Inoltre il consiglio comunale considerava che la maggior parte degli edifici era in pietra, quindi materiale ignifugo, e che erano assicurate per gli incendi. Si credeva che l’unico rischio fossero le case coloniche ricoperte in canne, che sarebbero comunque bruciate prima dell’arrivo dei pompieri. Inoltre nelle strade di campagna era difficile trascinare la pompa.

Nel 1843 ancora si evita l’acquisto della pompa e si preferisce prevenire le cadute accidentali nel canale piuttosto che gli incendi. Nel 1852 e 1853 si ebbero altri voti contrari alla pompa. E poi arrivò l’anno che cambio tutto: il 1864. Tuttavia ci vollero altri 26 anni perchè la pompa facesse la sua effettiva comparsa a Monselice.

E fu soltanto dal primo gennaio del 1889 che il corpo dei vigili volontari riapparve ricostituito, con dodici pompieri comandati da un sergente e diretti dall’ ingegnere comunale. Vennero inoltre riforniti di materiale e attrezzature sufficienti per la prestazione di servizio. E il mattino di quel giorno il nuovo corpo dei pompieri fece la sua comparsa per le vie della città esprimendo alla popolazione forza e richiamo al dovere.

Nel 1925 dal Comune di Monselice si sviluppò il progetto di acquistare dal senatore Vittorio Cini la proprietà  di quelle case, quel terreno e quello stabile dirimpetto di via Gramsci che fino a quel momento era stato adibito a caserma e magazzino dei pompieri e abitazione dei vigili municipali.

Si concretarono fra le due parti le modalità della cessione mediante permuta con un fondo rustico posseduto dal comune di Pozzonovo. Inizialmente il progetto venne criticato. Il Comune preferiva un fondo improduttivo a uno più redditizio? No. Il Comune sapeva quello che stava facendo! Le motivazioni erano: abbattere quelle misere casupole per mette in risalto le Mura storiche, rendere più decoroso l’accesso alla parte turistica della città e completare il rettifilo del Bagnarolo. Infatti il Comune non doveva solo mantenere un patrimonio produttivo di rendita materiali ma anche realizzare quelle esigenze che gli permettevano di unire armonicamente progresso e decoro civico.

Il contratto di permuta fu stipulato il 29 Novembre 1925 e un anno dopo furono abbattute le misere casupole destinando ad usi comunali il fabbricato di fronte. Caserma e abitazione dei vigili furono spostati in contrada S. Filippo. Nel 1927 il corpo dei vigili raggiunse la massima efficienza grazie all’ingegnere Annibale Mazzarolli che da quell’anno ricopriva la carica di Podestà.

Padova invece partì sin da subito col piede giusto, infatti la città istituì un corpo dei Pompieri già nel 1829 che fu regolato ancor meglio nel 1867 attribuendo ai militi la qualifica di guardie municipali.


© 2023 a cura di Flaviano Rossetto  per  https://www.ossicella.it/

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