
La chiesa è stata inaugurata l’8 settembre 1957 ed è diventata il nuovo duomo di Monselice. Al suo interno sono custodite le opere d’arte delle chiese di Monselice chiuse o soppresse. Un vero “tesoro” che meriterebbe di essere restaurato ed esposto al pubblico. Alcune attribuzioni, riportate di seguito, sono della dott. Chiara Ceschi che ci ha aiutato nella descrizione delle tele.
Guy Luis Vernansal (1689-1749), Madonna con Bambino e San Francesco SaverioStudente a Parigi conobbe Sant’Ignazio di Loyola e fece parte del nucleo di fondazione della Compagnia di Gesù. E’ il più grande missionario dell’epoca moderna. Portò il Vangelo a contatto con le grandi culture orientali, adattandolo con sapiente senso apostolico all’indole delle varie popolazioni. Nei suoi viaggi missionari toccò l’India, il Giappone, e morì mentre si accingeva a diffondere il messaggio di Cristo nell’immenso continente cinese. Biografia: Guy Louis II Vernansal (talvolta italianizzato in Lodovico Vernansal) (Parigi, 1689 circa – Parigi, 1749) è stato un pittore francese. Figlio di Guy Louis I Vernansal pittore ed arazziere, completò lo studio della pittura a Roma e a Venezia tra il 1709 e il 1712. Fu pittore ed incisore. Ebbe numerose commissioni a Padova, dove compì nella chiesa dei chierici regolari Teatini, il Paradiso sullo volta, da molti considerato il suo capolavoro. Dopo i lavori padovani ebbe commissioni anche a Brescia. Il pittore è caratterizzato da un talento acuto ma incostante, con il ragionato uso dei colori e delle luci e della resa pittorica. Torno in Francia nel 1734 e fu accolto nell’Accademia; morì a Parigi nel 1749. |
Joseph Heintz il giovane (1600-1678) Madonna in gloria con san Biagio e sant’Antonio da Padova Dall’Oratorio di S. Biagio – Confraternita dei Battuti, MonseliceBiografia: Joseph Heintz il Giovane (Augusta, 1600 circa – Venezia, 1678) è stato un pittore tedesco. L’artista era figlio di Joseph Heintz il Vecchio. Nel 1617 figurava come lavorante presso la bottega di Matthäus Gundelach, il quale era stato allievo del padre, deceduto prematuramente nel 1609. Probabilmente, prima di scendere in Italia, frequentò anche la bottega di Matthias Kager (1621), noto miniatore e già allievo a Venezia di Hans Rottenhammer (Bushart 1968). Nel 1625 il giovane era già attivo in Italia, a Venezia e a Roma, dove eseguì alcuni dipinti “capricciosissimi”, dove concerti di mostri, condividono la scena con eroi classici o mitologici. L’ambientazione recupera schemi diffusi dalle stampe di Hieronymus Bosch e Pieter Bruegel il Vecchio, alcuni mostriciattoli derivano invece da matrici callottiane. Due esempi tipici di questa produzione sono l’Orfeo agli inferi della Galleria degli Uffizi e la Vanitas o il Trionfo di Cupido della Pinacoteca di Brera. (D’Anza 2005) Nel 1632 si trovava a Venezia come testimonia la pala votiva della chiesa di San Fantino. Dal 1634 al 1639 risulta iscritto alla fraglia dei pittori. Tra il 1648 e il 1649 dipinse l’Ingresso del patriarca Federico Corner a San Pietro di Castello, la Caccia ai tori in campo San Polo e Il fresco in barca (Museo Correr di Venezia). Il 30 novembre 1655 venne chiamato, assieme a Nicolas Régnier, a stimare la collezione di Giovanni Pietro Tiraboschi (Savini Branca 1964). Nel 1663 il conte Czernin, plenipotenziario dell’imperatore Leopoldo I gli commissionò alcune opere. Ebbe una figlia, Regina, ottima copiatrice dei suoi quadri. Morì a Venezia nel settembre del 1678. |
Pittore veneto (sec XVIII), Santi e anime del Purgatorio. |
Bartolomeo Litterini (1669-1748), Compianto sul Cristo mortoBiografia: Bartolomeo Litterini (spesso indicato anche soltanto come Litterini o Letterini o ancora come Bortolo Litterini; Venezia, 1669 – Venezia, 27 dicembre 1748) è stato un pittore italiano. Figlio di Agostino, pittore, che gli fu da maestro e di cui ereditò la bottega. Come il padre continuò a firmarsi solo con il cognome; il Litterini fu un pittore mai completamento libero nella sua arte, condizionato dagli insegnamenti del padre e dai desideri delle committenze. Alla fine del XVII secolo gli venne commissionata la realizzazione di quattro tele sulla vita di San Lorenzo Giustiniani, per la chiesa di Murano dei Santi Maria e Donato. La sola ancora presente nella chiesa è l’Apparizione di Gesù Bambino a Lorenzo Giustiniani. Di altre due tele che erano presenti nella chiesa ne rimane solo una copia nel museo di Berlino (Staatliche Museen, Kupferstichkabinett) e a Oslo (Galleria nazionale: Meijer, pp. 30 s.). Dipinge quasi maggiormente opere a carattere religioso, solo nel 1699 per il soffitto di villa Giovannelli a Noventa Padonava, dipinge Saturno che rapisce Filira, che resterà una delle poche sue opere a carattere profano. Nel primo decennio del ‘700 il Litterini modifica la propria pittura probabilmente influenzato dal Gregorio Lazzarini e dai Sebastiano Ricci, Antonio Balestra e Iacopo Amigoni, diventerà la sua pittura più poetica e narrativa. In questi anni dipingerà la Madonna col Bambino, san Giovanni Nepomuceno e altri santi di San Canciano e nel 1719 l’Incoronazione della Vergine per la chiesa di Valzurio. Il suo incontro con Andrea Fantoni scultore, di Rovetta di Bergamo lo portarono a realizzare parecchie tele nelle chiese del territorio bergamasco. |
Domenico Campagnola (XVI sec.) Santa GiustinaBiografia: Domenico Campagnola (Venezia, 1500 circa – Padova, 1564) è stato un pittore italiano. Madonna in trono con Bambino e Santi, 1537, Musei civici di Padova. Le sue origini sono nordiche, e in giovane età viene adottato da Giulio Campagnola e proprio con questo cognome firma le sue prime incisioni realizzate nel 1517. Della sua esperienza pittorica giovanile non si conosce molto ma è accertato che abbia lavorato nella bottega del Tiziano. Inoltre ebbe modo di conoscere il Romanino ed il Moretto. Nelle prime opere, quali l’Incontro tra Anna e Gioacchino l’influenza tizianesca risulta evidente, mentre del 1532, subito dopo i tondi coi Profeti, per una decina di anni appare ispirato dal Moretto e dai maestri bresciani. Nel 1533 gli viene affidato l’incarico di dipingere l’affresco raffigurante il Beato Bernardino da Feltre all’interno del Monte di pietà di Padova. Tra il 1536 ed il 1545 lavora presso l’oratorio di San Rocco a Padova dove realizza un ciclo pittorico che comprende vari soggetti. Nel 1540 affresca la Sala dei giganti. Dal 1541 le sue opere, quali il Battesimo di S.Giustina, acquistano una maggiore luminosità, grazie agli accostamenti a Salviati, operante a Padova in quegli anni. Di pregevole fattura gli affreschi dell’abside dell’abbazia di Praglia ed i lavori presso San Giovanni di Verdara. |
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Jacopo Negretti detto Palma il Giovane (1580-1640) Madonna di Loreto.Proviene dalla Pieve di Santa Giustina di Monselice. Secondo la tradizione cattolica, quando Nazaret, dove la Santa Casa di Nazareth si trovava, stava per essere conquistata nuovamente dai musulmani, che nel 1291 cacciarono via definitivamente i cristiani da Gerusalemme, un gruppo di angeli prese la Casa e la portò in volo fino a Loreto, transitando dapprima a Tersatto in Croazia e poi, essendo preda molto spesso di ladri oltre che di pellegrini, giunse nelle Marche arrivando a Loreto in più tappe. Per questo motivo la Madonna di Loreto è venerata come patrona degli aviatori. Gli studi iniziati sin da pochi anni dopo questo evento, mettono in luce senza ombra di dubbio la provenienza della casa dalla Palestina, sia per stile architettonico che soprattutto per l’uso di materiali costruttivi sconosciuti al territorio delle Marche ed invece molto usati all’epoca in Terrasanta. Altre evidenze della terra di origine provengono dai dipinti e dai graffiti tuttora visibili che ritraggono santi della chiesa orientale e riportano il passaggio dei pellegrini che sin dall’era di Costantino visitavano la Casa. Inoltre, le dimensioni dell’abitazione coincidono con quelle del “buco” rimasto a Nazareth dove prima si trovava la Casa. Una recente teoria, supportata dal ritrovamento di documenti posteriori al 1294 afferma che il trasferimento fu operato dai principi Angeli Comneno, un ramo della famiglia imperiale di Costantinopoli: questa teoria è comunque tuttora oggetto di discussione, principalmente per il fatto che tutti i mattoni della Casa sono ancora saldati dalla malta che si usava in Palestina, un misto di solfato di calcio idrato (gesso) impastato con polvere di carbone di legna secondo una tecnica dell’epoca, nota in Palestina 2000 anni fa, ma mai impiegata in Italia, e questo rende evidente che i crociati avrebbero dovuto fisicamente staccarla e trasportala come un unico blocco. Entrambe le tesi sono concordi sul fatto che, come accennato precedentemente, la Casa partì da Nazaret nel 1291 e, dopo essere transitata per la Dalmazia, ossia dopo essere rimasta per circa tre anni a Tersatto (ora un quartiere della città di Fiume in Croazia), giunse a Loreto nel 1294. Il 12 settembre 1920 ebbe luogo in Loreto la festa per la proclamazione della Madonna di Loreto quale “Patrona degli Aeronauti”, decretata con breve di papa Benedetto XV del 24 marzo dello stesso anno. |
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Gregorio Lazzarini (1655-1730) Sant’Antonio da Padova guarisce un infermo |
Pietro Bonati (XIX), Madonna con bambino e santi, sullo sfondo la città di Monselice |
Bartolomeo Litterini (1669-1748), Morte di San Giuseppe |
Pittore veneto (sec. XVII), Madonna con bambino e Sant’Antonio da Padova. |
Pittore veneto (sec. XVIII), Cristo crocifisso |
Pittore veneto (sec. XVII), Madonna con Bambino |
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Pittore veneto (sec. XVII), Incoronazione di Maria Vergine |
Pittore veneto (primo quarto sec. XVII),Madonna con bambino tra San Sabino e santa Giustina. Dalla chiesa di san Paolo di Monselice |
Pittore veneto (sec. XVII), Madonna con bambino e san Giovannino |
Pittore veneto (fine sec. XVII), Sacra famiglia |
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Pace Pace, Cristo crocifisso tra Madonna e San Giovanni Evangelista |
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Il problema della sede più centrale della grande parrocchia del centro di Monselice fu risolto con la costruzione di un nuovo Duomo, dedicato a S. Giuseppe Operaio che sostituì la Chiesa di Santa Giustina sulla Rocca. Il Duomo nuovo è stato costruito su progetto e direzione tecnica dell’Architetto ![]() |
![]() In piedi da sinistra: Gusella Baldassare (Capo operai); Gemo Luigi; Pastore (operaio comune); Simari Sebastiano (operaio comune); Marchiori Giuseppe; Trevisan Giuseppe (addetto alla contabilità); Andolfo Massimiliano (Capomastro; Andolfo Ermenegildo. Accosciati da sinistra: Canato Italo (operaio comune); Cervellini Giorgio (operaio comune); Bassan Paolo (operaio comune); Ambrosi Giovanni Sacerdoti da sinistra: Un capellano, Monsignor Cerato Angelo, Tagliapietra Martino rettore delle sette chiese; Un cappellano.
L’arciprete Andreotti ha dotato la chiesa di una serie di artistiche vetrate [qui] |