
IL PERCORSO DEVOZIONALE DELLE SETTE CHIESETTE Il 12 Novembre 1592 il papa Clemente VIII autorizzava Pietro Duodo a demolire dell’antica chiesa di S. Giorgio di Monselice, situata nei pressi l’attuale villa Duodo. Il padre di Pietro, Francesco, morto il 16 novembre dello stesso anno, incaricò all’architetto Vincenzo Scamozzi di progettare e costruire il complesso del palazzo con la nuova chiesetta di San Giorgio. |
Le sette chiesette di MonseliceLa Chiesa risultava di fatto già terminata nel 1597 e tale data si trova apposta sulla pala dell’altare maggiore. Solo nel successivo Breve del 12 Novembre 1605, concesso da Papa Paolo V a Pietro Duodo, ambasciatore della Serenissima a Roma, è esplicitato il complesso programma consistente nell’erezione di sei cappelle, dislocate lungo un percorso in salita e incastonate sul pendio del colle di Monselice. Il piano realizzava così |
Per maggiori informazioni vedi opuscolo in PDF fatto dalla biblioteca comunale in occasione del Giubileo del 2000 e i saggi pubblicati nella collana il Carrubio. | |
Monselice nel cuore del Giubileo con possibilità di scaricarlo in PDF |
Saggio sulle sette chiesette con possibilità di scaricarlo in PDF |
Le sei pale di Jacopo Palma il Giovane |
1^ Chiesetta: Statio ad S. Mariam Majorem |
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2^ Chiesetta: Statio ad S. Joannem in Laterano |
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3^ Chiesetta: Statio ad S. Crucem in Jerusalem |
DESCRIZIONE DELLA TELA. Il Palma cura in modo particolare il drappeggio delle vesti e Sant’Elena ha lo stesso volto della Madonna della Pala precedente sembra una popolana veneta col volto reclinato poggiante sull’enorme croce diagonale. |
4^ Chiesetta: Statio ad S. Laurentium extra Muros |
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5^ Chiesetta: Statio ad S. Sebastianum |
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6^ Chiesetta: Statio ad S. Petrum et Paulum |
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7^ chiesetta: San Giorgio |
![]() La settima chiesetta e dedicata a S. Giorgio e contiene le reliquie catacombali. Gli affreschi di lunette e pennacchi intorno alla luminosa lanterna della prima aula, raffigurano episodi mariani e ritratti di santi vicini alla rinnovata sensibilità controriformistica, mentre la cupola è dipinta a cassettoni e s’apre verso il cielo, col cornicione ornato da mensole e medaglioni opera di Tommaso Sandrino Bresciano. |
Vetrina con i corpi dei martiri romani a centroSan Valentino Assai più stimolante e carica di pathos l’inconsueta galleria dei «corpi santi » racchiusi in vista nelle sovrapposte teche lignee. I documenti ci permettono di identificare 25 dei 27 scheletri più o meno integri conservati nella cappella (s. Benedetto e s. Giustino saranno aggregati successivamente) Al centro s. Valentino, posto sotto la statua della Vergine e festeggiato a memoria d’uomo e secondo calendario il 14 febbraio: s. Veneranda, s. Liberata, s. Clemente, s. Chiara, s. Fruttuoso, s. Ilocio, s. Costantino figlio di s. Faustina, s. Faustina, s. Celestino, s. Emiliano, s. Felicita, s. Gregorio, s. Bovo, s. Bonifacio, s. Rusticiano filio, s. Rusticiano padre, s. Pio, s. Teodoro, s. Febronia, s. Faustina vergine, s. Venanzio, s. Martino, s. Elite, s. Alessandro. |
Interno della chiesa di S. GiorgioCi sono inoltre pervenute tre lapidette sepolcrali originali, databili al IV-V secolo: quelle di S. Valentino, effigiato a detta del Cognolato «con l’insegne sacerdotali d’antico uso », di S. Rusticiano figlio, morto dopo aver vissuto anni cinque mesi undici e giorni ventiquattro, e di S. Faustina vergine. |
Lapide di s. Valentino |
![]() Villa Duodo che conclude il percorso devozionaleLa chiesa è meta di migliaia di visitatori e devoti per la festa di San Valentino che si celebra il 14 febbraio durante la quale un sacerdote impartisce la benedizione ai bambini e adulti e consegna loro una “chiavetta d’oro”. |
Video sul culto di San Valentino a Monselice: intervento del prof. Luciano Morbiato [ Clicca qui…] |
Biografia di Francesco Duodo |
Francesco Duodo (Venezia, 16 dicembre 1518 – Venezia, 16 novembre 1592) è stato un ammiraglio italiano della Repubblica di Venezia. Di famiglia abbiente, nacque da Pietro e da Pisana Pisani. Sull’esempio del fratello maggiore Andrea si avviò ad una carriera nella flotta veneziana e a vent’anni era già capitano di galera. Nel 1545 fu nominato comandante della nave mercantile Muda, destinata a Beirut. In seguito si sposò, prima con Lucrezia Doria di Alvise, poi con Chiara Bernardo di Sebastiano. Quest’ultima gli diede sette figli, quattro maschi (Pietro, Andrea, Girolamo, Alvise) e tre femmine (Cecilia, Pisana e Maria). Dal 1546 al 1550 ricoprì la carica di patrono all’Arsenale, approfondendo le sue conoscenze sulle costruzioni ![]() ![]() |
Uno dei codici donati dai Duodo al Santuario. Nella copertina lo stemma dei Duodo |