
‘Da qui alla luna’: Andrea Pennacchi fa rivivere il disastro di Vaia al SanPaolo
E’ l’ottobre del 2018: la tempesta Vaia si abbatte sulle Alpi orientali. Alle piogge eccezionali si aggiungono tremende raffiche di vento, che riducono i boschi a veri e propri cimiteri di piante. Alla fine saranno 16 milioni gli alberi spazzati via: messi in fila, coprirebbero all’incirca il tragitto che separa la Terra dalla luna. Questa tragedia immane che ha colpito la montagna, la sua gente e tutti noi viene fatta rivivere nello spettacolo Da qui alla luna, tratto da un testo dello scrittore padovano Matteo Righetto e prodotto dal Teatro Stabile del Veneto in collaborazione con l’Orchestra di Padova e del Veneto, con la regia di Giorgio Sangati. Venerdì 13 dicembre 2019 la rappresentazione ha fatto tappa a Monselice, in quello che era l’ultimo appuntamento della rassegna culturale ‘Ecologicamente’.
Sul palco allestito al Museo SanPaolo, nella Sala della Buonamorte, è salito Andrea Pennacchi, accompagnato dalla chitarra e dalla voce di Giorgio Gobbo. La scenografia, molto semplice, consiste in alcuni ceppi d’abete provenienti dai luoghi bersagliati da Vaia. Pennacchi, con il suo stile ironico e leggero ma al tempo stesso intenso e tagliente, narra i giorni e le ore del disastro attraverso tre abitanti del posto: Agata, un’anziana signora, Paolo, adolescente, e Silvestro, cinquantenne disilluso e scottato dalla vita. Tre età diverse, tre modi diversi di vedere e intendere il mondo. Il risultato è un emozionante racconto collettivo, uno spaccato crudo e realistico di un disastro ambientale senza precedenti.
Il caldo anomalo prima della tempesta, il vasto incendio scoppiato nella zona di Taibon. E poi, dopo l’inferno di fuoco, quello di acqua e di vento. Nello spettacolo la ricostruzione degli eventi è fedele, rigorosa e drammatica. Le voci dei personaggi testimoniano l’angoscia, la disperazione, il dolore, l’impotenza, la rabbia. Pennacchi riesce a condurre lo spettatore dentro la vicenda, a farla sentire sulla pelle di ognuno di noi. Perché in effetti è così: la catastrofe di Vaia riguarda ognuno di noi. E’ un sanguinoso grido di denuncia che interroga la coscienze di tutti gli uomini. Questioni come l’impatto dei cambiamenti climatici e l’assoluta necessità di un modello di sviluppo sostenibile non si possono più ignorare.
Si è dunque conclusa la rassegna ‘Ecologicamente’. Organizzata dall’Assessorato alla Cultura e coordinata da Davide Penello, nelle tre serate proposte la manifestazione ha portato all’ombra della Rocca ospiti importanti quali lo scrittore Matteo Righetto, i cantautori Giorgio Gobbo e Cristiano Turato, il docente universitario Lucio Montecchio, l’artista Stefano Reolon e, appunto, l’attore Andrea Pennacchi. Un ciclo di incontri che ha raggiunto l’obiettivo per cui era stato pensato: invitare la comunità a riflettere su temi che ormai ci toccano molto da vicino e che devono – o dovrebbero – essere messi al primo posto dell’agenda politica.