Il sacro Monte di Monselice, il convegno in PDF

tratto dal libro Tra monti sacri e sacri monti e santuari: il caso Veneto, edito dal Poligrafo.

Le Sette Chiese di Monselice sono sempre state nell’immaginario collettivo il simbolo architettonico e religioso che identifica la città di Monselice nel Veneto. L’immagine stessa della Rocca, snella e leggermente curva, ha attirato l’attenzione di pittori e poeti che in essa hanno riconosciuto la perfezione del ‘paesaggio ideale’. Tanta bellezza non è sfuggita allo storico dell’arte Lionello Puppi che in passato ha dedicato al complesso dei Duodo un saggio scientifico tuttora base di partenza per gli studiosi del monumento e dell’arte locale.

Negli ultimi anni l’interesse per Monselice è aumentato grazie all’inserimento del Santuario nel percorso giubilare veneto, tanto da far dire allo scrittore Gian Antonio Cibotto che le Sette Chiese sono diventate una ‘scorciatoia per il paradiso’. Ecco allora giustificato il progetto destinato a inserire le tematiche religiose monselicensi nel contesto dei Sacri Monti dell’Italia settentrionale che recentemente hanno ottenuto il riconoscimento dell’UNESCO quale patrimonio dell’umanità, da tutelare e promuovere a livello mondiale.
È noto infatti che i Sacri Monti, situati soprattutto in Piemonte e Lombardia (e qui si è voluto indagarne le relazioni con l’area veneta), costituiscono una particolare forma di itinerari devozionali fiorita tra XVI e XVII secolo. Essi sono costituiti da un numero variabile di cappelle disposte su un’altura secondo un percorso appositamente studiato. Realizzati nel periodo di diffusione della Controriforma, rappresentano un originale tentativo di riproporre i luoghi santi di Gerusalemme e un modo comprensibile e semplice di raccontare ai fedeli la vita di Cristo e dei santi.
Nel Veneto esistono sei Sacri Monti che la presente iniziativa ha inteso studiare per inserirli in un coerente percorso culturale e religioso.
Si è cercato in tal modo di accertare se esiste uno specifico veneto che possa essere colto nel suo valore complessivo. Una piccola sfida che in ambito locale, per dirla con i curatori, ambirebbe a fornire lo spunto per una riflessione su quanto l’uomo ha realizzato con l’opera del costruire grazie all’appropriazione religiosa e culturale dello spazio. Le questioni legate alla spiritualità e all’architettura religiosa, pur se studiate a partire dal campione monselicense, si sono trasformate, da un lato, in un banco di prova atto a verificare ipotesi e percorsi di lettura storiograficamente attuali e, dall’altro, si sono rivelate utili a evidenziare ipotesi interpretative in grado di attivare un fervido dibattito scientifico attorno alle tematiche affrontate.
Il percorso monselicense delle Sette Chiesette, dichiarate romanis basilicis pares in forza delle relazioni dei Duodo con gli ambienti pontifici e di una progettualità che non fu certo solo scenografica bensì acutamente politica, si impone oggi in tutta la sua dimensione artistica e culturale come una ricchezza che conviene sfruttare a fondo; ma per poterlo fare occorre conoscerla seriamente attraverso lo studio e l’impegno scientifico, base indispensabile su cui progettare percorsi turistici di valorizzazione e tutela.
L’occasione del Convegno è giunta dunque a proposito: gli studiosi hanno accettato la proposta del nostro comitato scientifico, composto dai professori Lionello Puppi e Antonio Diano dell’Università di Venezia, i quali, forti di lunghe consuetudini sull’argomento specifico, hanno predisposto un programma di ricerche cui le personalità convocate hanno risposto con entusiasmo e disponibilità tali da
superare ogni migliore aspettativa.
Il confronto programmatico con altre aree dell’Italia padana e subalpina ha consentito di formulare un primo bilancio, sia pur provvisorio, degli atteggiamenti delle élites e, per altro verso, degli strati popolari nei confronti della proposta religiosa e devozionale. Ne è emerso, nello sfaccettato panorama geografico-culturale indagato, un mosaico composito fatto di risposte organizzate messe in essere da iniziative di esibizione del potere e da atteggiamenti spontanei lontani dalle logiche istituzionali. Nulla di assolutamente sistematico, si badi, bensì – com’è d’uso nella ricerca più avvertita – un campione di sondaggi, interrogativi e problematizzazioni legati tra loro da un fil rouge evidenziato sin dalla fase d’avvio dell’operazione.
Quali sono allora le caratteristiche della spiritualità santuariale in area veneta, quali le connessioni con altri ambiti, quali – d’altro canto – le suggestioni di ricerca più dense d’interrogativi e d’implicazioni? In tal senso il Convegno è stato fecondo di risultati. Due giornate di lavoro denso, ricco di diramazioni e discussioni vissute in spirito di grande cordialità e con un senso di sodalitas che, del resto, l’esperienza degli organizzatori e – mi sia consentito – della nostra macchina amministrativa ha saputo caratterizzare come un fatto esemplare.
Un particolare ringraziamento desidero rivolgerlo infine a monsignor Alberto Peloso, arciprete nonché rettore del Santuario delle Sette Chiese, il quale durante il Convegno ha segnalato la presenza nel tesoro del Duomo di un reliquiario donato da papa Paolo V ai Duodo nel 1605. Esso appare un ulteriore eloquente spiraglio sul complesso disegno politico-religioso che ha sorretto la costruzione del Monte Sacro monselicense, definito ‘santuario domestico’ da monsignor Mario Sensi della Pontificia Università Lateranense che per primo ha potuto studiare il prezioso reliquiario.
Grazie inoltre a tutti coloro che si sono fatti parte attiva nell’organizzare il Convegno e nel predisporre questo volume per la pubblicazione, nella speranza di aver contribuito a far conoscere un complesso devozionale sicuramente unico in Italia, come hanno accertato gli studiosi partecipanti alla applaudita iniziativa monseliciana. ( Giovanni Bellucco, assessore alla cultura)

Volume in PDF  pubblicato dal Poligrafo di Padova
Tra monti sacri, ‘sacri monti’ e santuari: il caso veneto, a cura di Antonio Diano e Lionello Puppi. Poligrafo 2006 (Intero volume in formato PDF) [vai…]

Contributi presenti nel volume qui in PDF 

Mons. Claudio Bellinati, Monselice. Il significato spirituale delle Sette Chiese; p. 17-18

Mons. Alberto Peloso, Per una rivalorizzazione del santuario delle Sette Chiese; p. 19-22

Lionello Puppi – Antonio Diano, Premessa; p. 23-30

Franco Cardini, Monti sacri e sacri monti. Ragionando di archetipi; p. 31-38

Mario Sensi, Monti sacri, transfert di sacralità e santuari ad instar; p. 39-72

Giovanna Baldissin Molli, Reliquiario del legno della Santa Croce e di altre reliquie; p. 73-76

Carlo Tosco, Montagne sacre nell’età romanica; p. 77-90

Alessandro Rovetta, Committenti, gruppi sociali, produzione artistica nei Sacri Monti: aspetti e problemi, con alcune esemplificazioni lombarde e piemontesi; p. 91-108

Marina Montesano, Un sacro monte `americano‘; p. 109-120

Giuseppe Barbieri, Il santuario e la città: Monte Berico a Vicenza; p. 121-134

Loredana Olivato, Percorsi devozionali ed esibizione del potere: Vincenzo Scamozzi a Monselice; p. 135-146

Roberto Valandro, Tra devozione e pietà popolare. Il santuario delle Sette Chiese di Monselice; p. 147-162

Lionello Puppi, Mitografie culturali. Il Monsummano; p. 163-174

Antonio Diano, Tra eremitismo irregolare e sacralizzazione delle vette. La Madonna del Monte di Rovolon; p. 175-192

Sergio Claut, Medioevo e culto dei santi: il caso dei Santi Vittore e Corona a Feltre; p. 193-210

Giorgio Mies, L’uomo e il sacro nelle Prealpi trevigiane. Santuari e luoghi di culto tra paganesimo e cristianizzazione; p. 211-230

Maria Luisa Gatti Perer, Percorsi processionali e Sacri Monti oggi; p. 231-238

Irmela Spelsberg, Il paesaggio culturale monselicense; p. 239-242

Andrzej Tomaszewski, Monselice. La magia dei luoghi santi; p. 243-248 Illustrazioni; p. 249-308

Flaviano Rossetto, Indice dei nomi di luogo e di persona; p. 309-323


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