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Palazzo Capodivacca a Monselice

Il palazzo che sorge in via San Luigi,17 a Monselice era della storica famiglia padovana dei Capodivacca. La sua forma particolare si deve proprio all’adeguamento al percorso della strada ed al variare della pendenza del terreno. La facciata principale, rivolta ad ovest, è divisa in due parti con l’ala a sud più simile ad una trasformazione in abitazione di un originario annesso che non una contestuale costruzione al corpo a nord, ma l’eguale decorazione delle finestre e la mancanza di un intervento di restauro, che metta in luce eventuali disomogeneità dell’orditura muraria, non permettono ulteriori supposizioni; distinguiamo quindi solo per semplicità descrittiva i due corpi.
L’ala nord ha pianta rettangolare, elevata di tre piani e completata dalla preziosa cornice di gronda in cotto, tipica delle architetture della seconda metà del Quattrocento di area padovana. Spicca in facciata la trifora al terzo piano: ha pilastrini laterali e colonnine lisce in corrispondenza dell’arcata mediana, ghiere modanate sormontate da decoro a palmetta sopra la chiave molto simili, anche per il materiale – la pietra tenera – alle decorazioni presenti nelle finestre di Cà Bertana piuttosto che in quelle di cà Duodo, ove però le arcate sono archiacute e non a pieno sesto, come qui. Agli altri piani semplici finestre rettangolari non presentano particolari costruttivi o decorativi degni di nota; sulla porzione di fronte libero verso sud, il terzo piano si apre in una monofora trilobata, mentre sono ciechi i livelli inferiori. Il prospetto volto a nord ha monofore trilobate al terzo piano e finestre rettangolari ai due livelli sottostanti.
IMG_1587Il volume posto in adiacenza addossato al lato sud è a soli due piani, con sottotetto aperto in facciata, giacchè la copertura è ad una sola falda, su cornice di gronda. Manca qui il decoro presente sui lati del volume nord ridotto ad una semplice linea di dentelli obliqui resi da una fila di mattoni posti in diagonale. Nei tre livelli, tre differenti aperture impegnano il fronte: a partire dal sottotetto si incontra una monofora trilobata, al piano nobile una trifora in tutto simile, anche nel decoro, a quella del terzo piano del volume accostato ed infine a pian terreno l’ampio portale archivoltato con sesto ribassato che funge da ingresso.

Maggiori info sugli affreschi sono disponibili nel saggio [ qui…]

 

Famiglie padovane e nobiltà: I Capodivacca Grazie allo Statuto del 1420 molte famiglie padovane diventarono “nobili” e furono integrate alla nobiltà della città. La famiglia Capodivacca, di origine milanese, si era trasferita a Padova già nel XI secolo, ottenendo potere e ricchezza tramite strette relazioni con le famiglie più potenti e ricoprendo cariche importanti nell’ambito pubblico.
A Padova avevano un negozio a San Lorenzo, e possedevano molte case dentro e fuori le mura. Il loro simbolo era una testa di vacca ed un coltello, quasi a rispecchiare il loro antico mestiere. Gli storici infatti sono concordi nel ritenere che anticamente i Capodivacca appartenessero alla corporazione dei macellai. Accanto alla tradizione militare d’obbligo per queste famiglie della nobiltà patavina, i Capodivacca vantano tuttavia un prestigioso curriculum culturale.”Poche famiglie si trovano”, scriveva nel 1570 uno storico dei Capodivacca, “che sianno state sempre di continuo così numerose di persone come di ricchezze ornati di valorosi homeni tanto in arme come in lettere”.
Bartolomeo Capodivacca, citato anche come de Capitevacce, Capivacceus, Cavodevacha (Padova, prima metà del XIV secolo – 1397 o 1398), fu un giurista, accademico e politico italiano.
Frizzerino Capodivacca, nato a Padova intorno al 1450, si laurea in “artes et medicina”, così come il frate Bartolomeo, mentre nulla sappiamo del curriculum culturale degli altri due, Andrea ed Alvise.
Ignoriamo chi sia stata la madre; il padre era Obizzone, dedito, anche se non fu fra le personalità di maggiore rilievo, alla vita pubblica.Il Palazzo del Bò, sede storica dell’Università di Padova, nel XIV secolo ha incorporato il Palazzo di famiglia.
In antichità la strada su cui sorgeva il complesso era denominata contrada Beccherie per la presenza di un pubblico macello detto Beccheria Grande, fatto costruire nel 1398 da Francesco Novello da Carrara.Possiamo ammirare lo Stemma gentilizio della famiglia Capodivacca in pietra di Nanto, proprio a Palazzo del Bò, Facciata ex casa Capodivacca / tra le finestre del primo piano.

© 2023 a cura di Flaviano Rossetto  per  https://www.ossicella.it/

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