
( in aggiornamento)
La vecchia chiesetta di Via Vanzo (Cesa vecchia)
In una carta del 21 febbraio 1213 si parla « de terra de sancto Cosme » in quel di Monselice. Prendeva il nome dall’ « ecclesia Cosme et Damiani de Montesilice », elencata nell’ultima «cartula dathie » dell’episcopato padovano del 1221, con la dadia di 5 soldi. Si parla di « hora sancti Gusme » in un atto di vendita del 28 maggio 1298, come circa due secoli dopo nella visita pastorale a Monselice del vescovo Barozzi, il 22 ottobre 1489: «visitavit ecclesiam campestrem sanctorum Cosme et Damiani … in loco qui corrupto vocabuto dicitur sancti Cusme».
Era lunga neppure 10 metri e larga circa cinque; eppure vi si trovavano ben quattro altari; accanto aveva una casetta e attorno un po’ di terra. Neanche un secolo dopo, quando il 19 maggio 1571 la visitò il vescovo Ormaneto aveva un solo altare ed era unita alla chiesa di S. Matteo di Vanzo, però figurava sotto la cura della parrocchia di S. Martino di Monselice.
La chiesetta compare adibita a romitorio già al tempo della visita di S. Gregorio Barbarigo il 14 ottobre 1665 e continuò ad essere abitata da uno o più eremiti fin dopo la metà del secolo seguente. Una certa signora Pesaro vi aveva fondato un legato di due messe settimanali, una delle quali da celebrarsi nelle domeniche per comodità dei fedeli della « contrà della Stortola ». In occasione della terza visita di S. Gregorio Barbarigo, l’ 8 maggio 1686, il parroco di S. Martino di Monselice riferì che nel pomeriggio delle feste vi si insegnava la Dottrina Cristiana ai fanciulli e alle fanciulle. Questa informazione continua ad essere ripetuta nelle visite successive e si aggiunge ch’era una povera chiesa sostenuta dalla carità dei fedeli della contrada. I quali poco prima della metà del secolo XVIII aggiunsero un oratorio in onore dei Ss. Girolamo e Filippo Neri, dove si raccoglievano nelle domeniche i membri d’una Congregazione, e due stanzette per il cappellano.
Dalla visita del vescovo Manfredini, il 23 agosto 1864, sappiamo che allora vi era conservato anche il Santissimo. Fu eretta in curazia sussidiaria di S. Martino i1 12 aprile 1915 e il 27 aprile 1919 diventò curazia autonoma per il territorio forese della soppressa parrocchia di S. Martino di Monselice, il beneficio e la fabbriceria della quale il 9 Febbraio 1925 furono trasferiti definitivamente nella nuova chiesa dei SS. Cosma e Damiano alla Stortola elevata a parrocchiale.
La nuova chiesa di San Cosma
La prima pietra venne benedetta il 18 aprile 1922, il vescovo Luigi Pelizzo la dedicò: ‘Al Sacro Cuore di Gesù in onore dei Ss. Cosma e Damiano!'”
Fu inaugurata il 27 settembre 1926 e il campanile, iniziato nel 1929 fa terminato nel 1931, sia l’una che l’altro in stile neoromanico. Tra il 1962 e il 1964 la chiesa fu soffittata, ed abbellita con basamento e altari di marmo; al campanile furono rinnovati la cupola e il castello.
Per decreto del Presidente della Repubblica del 27 ottobre 1963 e vescovile del 1 aprile 1964 la denominazione di S. Cosma alla Stortola fu mutata in quella di San Cosma di Monselice. San Cosma è per natura un territorio agricolo che negli anni attorno al 1950 era abitato esclusivamente da contadini. Santi Cosma e Damiano erano martiri cristiani. Gemelli, nati in Siria, subirono il martirio durante le persecuzioni di Diocleziano. Secondo la tradizione, Cosma e Damiano si dedicarono alla medicina per spirito di carità cristiana, prendendosi cura degli infermi senza chiedere denaro in cambio; trascinati al cospetto del proconsole di Siria, Lisia, si rifiutarono di rinnegare la fede. Sottoposti a molteplici supplizi (crocifissi, lapidati, colpiti da frecce, gettati in mare), si salvarono sempre miracolosamente, finché furono decapitati a Ciro, presso Antiochia di Siria. Furono sepolti insieme, e il dromedario che ne trasportava i corpi prodigiosamente dissuase i fedeli che volevano dividersi le reliquie. Il loro culto si diffuse rapidamente nella regione alla fine del secolo successivo. Danno protezione ai medici, chirurghi, dentisti, farmacisti, levatrici, barbieri, parrucchieri; vengono invocati contro la peste, infiammazioni alle ghiandole, mali ai reni, calcoli e cimurro.

Il culto fu immediato, attestato dalla costruzione di basiliche a Roma e a Costantinopoli, la Festività si celebra il 26 settembre. L’iconografia li prevede insieme con con gli strumenti della loro protezione come vasi da farmacista e strumenti chirurgici. Sul loro sepolcro continuarono le guarigioni miracolose; le reliquie infine furono portate a Roma da papa Felice IV nel VI secolo (526-530) che dedicò loro una basilica nell’area del cosiddetto Tempio di Romolo. Anche lì avvennero guarigioni miracolose: i malati passavano la notte dormendo sul pavimento della basilica, o nelle vicinanze, e al mattino si trovavano guariti

La 2^ guerra mondiale
La chiesa fu bombardata 3 volte: colpito il campanile, il tetto e l’oratorio. Una mitragliata colpi a morte anche un cavallo che trasportava del vino. Nell’oratorio si salvo miracolosamente una piccola madonna
Arriva la corrente elettrica
Un avvenimento molto importante per la piccola frazione nel novembre del 1949 c’è stato il passaggio della statua della Madonna Immacolata e per l’occasione hanno inaugurato la luce elettrica nel centro della frazione
Una prima storia della chiesa è stata compilata dal parroco Giancarlo Salmaso per il giubileo del 2000 potete trovarla qui di seguito www.ossicella.it/archiviowp/2025/sancosmacronaca.pdf Un grazie Maria Teresa Baratto e a Oswaldo Bovo per l’ottimo suggerimento |
Sulla tragedia di San Cosma durante la 2^ guerra mondiale vedi [ clicca qui…]
© 2025 a cura di Flaviano Rossetto per https://www.ossicella.it/
Per storia di Monselice https://www.monseliceantica.it/
Per l’archivio storico https://www.monseliceantica.it/archivio/
Contatti e info flaviano.rossetto@ossicella.it