Porta Romana del Santuario giubilare di Monselice

Proseguendo lungo la salita alle 7 chiesette si trova l’antica Pieve di Santa Giustina (nota anche come Duomo Vecchio), edificio di impianto tardo romanico con elementi decorativi gotici. Fu consacrato nell’anno 1256.

Superata la Pieve si trovano due imponenti  leoni detti comitali, sono il simbolo della potenza della famiglia Duodo, nobili veneziani e signori del nostro territorio: uno ha la corona in testa (corona comitale), simbolo del potere politico , l’altro , il tocco, simbolo del potere giuridico (procuratore); uno ha la coda attorcigliata e uno no : a significare che in pace ed in guerra i Duodo saranno sempre fedeli alla Serenissima .

Subito dopo si trova la Porta Romana o Porta Santa, sormontata dalla scritta in latino “Romanis Basilicis Pares”, inizio questo del Percorso Giubilare delle Sette Chiese. L’imponente costruzione, eretta nel 1651, segna l’ingresso all’area sacra del Santuario Giubilare delle Sette Chiese. La porta è stata progettata da Vincenzo Scamozzi su commissione dei nobili veneziani Duodo, ambasciatori della Serenissima presso la Santa Sede. Una bolla di Papa Paolo V datata 1605 concesse al santuario le stesse prerogative in merito di indulgenze accordate alle sette basiliche maggiori in Roma. Monselice è l’unico esempio di questa particolare forma di devozione romana, come ricorda l’iscrizione sulla Porta Santa: Romanis basilicis pares. Le cappelle ospitano pale della bottega di Palma il Giovane.

Al culmine del percorso si apre l’elegante complesso monumentale di Villa Duodo. A destra il corpo di fabbrica più antico risalente all’inizio del ‘600, opera di Vincenzo Scamozzi, mentre l’ala frontale, decorata da bassorilievi, fu aggiunta da Andrea Tirali nel 1740. A sinistra la spettacolare Esedra dedicata a San Francesco d’Assisi e poi a Saverio, missionario gesuita spagnolo in soggiorno a Monselice nel 1537, alla vigilia della partenza per il lungo viaggio verso l’Estremo Oriente. Contiguo alla villa sul lato destro, si trova l’oratorio di San Giorgio, affrescato da Tommaso Sandrini e adornato da un pregevole paliotto d’altare in intarsio marmoreo e pietre dure della bottega dei Corberelli.

La traslazione di corpi di martiri cristiani dalle catacombe di Roma a partire dal 1651 accrebbe ulteriormente la sacralità del luogo. Tra questi si vorrebbe anche San Valentino, celebrato il 14 febbraio dalla popolare cerimonia della benedizione della chiavetta d’oro, donata ai bimbi a protezione dall’epilessia. Sul lato sinistro dell’esedra una scalinata e poi un sentiero conducono sino alla cima del colle (150m) dominato dall’imponente Mastio Federiciano, anche detto Torrione, voluto dall’imperatore Federico II di Svevia che, in visita a Monselice nel 1239,  nominò la città Camera Speciale dell’Impero.

 

Una curiosità

Il cancello in ferro battuto della porta romana è ottocentesco. Nel catalogo dei Beni culturali si precisa “L’attuale cancello in ferro battuto sostituisce quello originale in legno e mantiene punte di ottone e lunetta originali” . In Basso sulla lunetta ( sotto uno stemma gentilizio a forma di giglio = Duodo) dovrebbe esservi la data 18(57). ?? Ingrandendo la foto della lunetta si vede qualcosa.

© 2024 a cura di Flaviano Rossetto

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