Villa Renier, detta erroneamente “Casa del Foscolo”, è stata edificata su un colle (monte Arlecchino) a Monticelli, una frazione di Monselice. Ora di proprietà di un notaio padovano ? Sul cucuzzolo del monte sorgeva, già nel Duecento, un edificio fortificato. L’attuale villa viene eretta nel Cinquecento da Daniele Renier, patrizio veneto, e successivamente ampliata nel Settecento con l’aggiunta delle quattro torri agli angoli della corte che inglobano l’adiacenza, la colombaia e l’oratorio Una lapide testimonia che i lavori di restauro terminarono nel 1729.
Il complesso è costituito dalla villa padronale e da quattro edifici a torre, situati ai lati della corte. Il prospetto rivolto a sud si apre su un’aia lastricata in blocchi di trachite. L’intera proprietà è circondata da una alta mura in sasso e l’unico accesso alla stessa avviene da un cancello e quindi salendo attraverso una stradina che apre all’ampio giardino prospicente il lato sud dell’area cortilizia. Nella parte pianeggiante esistono terreni in parte a vigneto e a bosco ceduo.
La villa vera e propria ha pianta rettangolare, elevata di due piani fuori terra, costruita nei modi tradizionali delle architetture della regione con salone passante mediano su cui si aprono le porte delle quattro stanze laterali. Il tetto è a quattro falde collegate nel colmo.
Il prospetto volto a sud, principale, si apre su un’aia lastricata in blocchi di trachite; si accede al pian terreno attraverso un portale archivoltato, con cornice in pietra, su due gradini: sopra la chiave lo decora uno stemma araldico. Le finestre delle stanze laterali sono rettangolari, con cornice in pietra. Il piano nobile presenta, in corrispondenza del vano passante mediano, una trifora nei modi della serliana, aperta su di un terrazzino a colonne in pietra, e con cornici assai pesanti; le si affiancano luci assiali alle sottostanti. La cornice di gronda, restaurata, è resa da un triplo listello sovrapposto di vario spessore. Il fronte volto a nord presenta una bifora archivoltata su terrazzino in corrispondenza della trifora a sud mentre si mantiene il portale al pian terreno.
I quattro edifici ai lati hanno una differente impostazione, pur mantenendo nell’elevazione della torre uno spunto di uniformità; le torrette hanno pianta quadrata e sono tutte coperte da un tetto a piramide. Quella sull’oratorio ha campaniletto a vela, una seconda lanterna aperta sul culmine mentre le altre hanno un decoro sommitale con sfera. E’ parte integrante del complesso il verde circostante.
La dichiarazione del 1720 di Daniel Renier fu Lancilotto Maria cita: “Al Savelon: un monteselo serrato di muro con campi 6 e casa domenicale con una vigna, alberi fruttiferi ” indica una cospicua area di terreno di pertinenza, ancor più interessante è il sommarione del catasto napoleonico ove vengono elencanti: vigna, casa villeggiatura, giardino con abeti, arativo vitato e una strada d’accesso particolare.
Giacomo Bassani ci scrive: Il sig Bassani era mio bisnonno Aldo…so per certo che acquistò la villa nel 1929 dalla contessa Giulia Forti in Lugli… Morì il 28 novembre 1960 per incidente stradale, la casa rimase della nostra famiglia fino al gennaio 1967. L’immobile fu acquistato dal conte Pizzoni Ardemani ( quelli di Galzignano)…poi a metà anni ‘ 70 passò ai Dardengo. |
LA VERITA’ SUL FOSCOLO Purtroppo molte guide riportano la notizia che il poeta Ugo Foscolo abbia abitato questa Villa. Studi molti attenti hanno escluso questa possibilità. Per maggiori info nel linkhttps://www.collieuganei.it/ville/villa-foscolo-abano-terme/ |
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