Il poeta Resio Veronese

Resio Veronese è nato a Monselice nel 1943. Autodidatta, già nella prima fanciullezza amava comporre pensieri poetici e filastrocche, un’istintiva passione che ha coltivato nella piena maturità partecipando con successo a vari concorsi poetici. Ha pubblicato “L’Upio” e “Per un Diario a Memoria. Versi e Immagini” in poesia, “L’Uomo della Bassa” in prosa. “Per un Diario a Memoria” è un impegnativo racconto, in versi e per immagini, attraverso il dialetto e in italiano, della vita di un tempo nei campi, a stretto contatto con la natura. L’opera ha come protagonista la vecchia civiltà contadina, le cui preziose reliquie sono state conservate presso il Museo etnografico allestito nella fattoria didattica di Veronese: “Le Saline” di Sant’Elena, fino al 2015 vero e apprezzato agriturismo. In “Me mama” l’autore dedica un affettuoso omaggio alla propria madre. Una donna forte, che riuscì a crescere, nonostante le ristrettezze economiche, ben diciassette figli. Una mamma capace di prendersi cura della famiglia con amore, amore che traspariva dal suo volto anche mentre svolgeva le più umili faccende domestiche. In “Fagnente” Veronese presenta un personaggio del paese, noto per la sua pigrizia. Nel brano emerge la tipica cultura veneta del fare. La morale è simile a quella della famosa favola “La cicala e la formica” di Esopo: giunto l’inverno lo scansafatiche, infatti, impara a sue spese che “se non lavori non mangi”. Me mama Disissete fioi me mama a’ ga inbastio: l’ultimo so stà mi, nato longo si, ma magro e patio. Co amore a’ ne ga arlevà, […]