La vecchia chiesetta di San Cosma in via Vanzo a Monselice

In una ‘carta’ del 1213 si parla « de terra de sancto Cosme » in quel di Monselice. La chiesetta prendeva il nome dell’ « ecclesia Cosme et Damiani de Montesilice ». Due secoli dopo il vescovo Barozzi il 22 ottobre 1489 così la descriveva: “Era lunga neppure 10 metri e larga circa cinque; si trovavano ben quattro altari; accanto aveva una casetta e attorno un po’ di terra”. E’ probabile che attorno alla chiesa ci fosse anche un piccolo cimitero destinato ai primi abitanti del luogo. Neanche un secolo dopo, il 19 maggio 1571 la visitò anche il vescovo Ormaneto: aveva un solo altare ed era unita alla chiesa di S. Matteo di Vanzo, però figurava sotto la cura della parrocchia di S. Martino di Monselice. La chiesetta compare adibita a romitorio già al tempo della visita di S. Gregorio Barbarigo il 14 ottobre 1665 e continuò ad essere abitata da uno o più eremiti fin dopo la metà del secolo seguente. Fu eretta in curazia sussidiaria di S. Martino il 12 aprile 1915 e il 27 aprile 1919 diventò curazia autonoma per il territorio forese della soppressa parrocchia di S. Martino di Monselice, il beneficio e la fabbriceria della quale il 9 febbraio 1925 furono trasferiti definitivamente nella nuova chiesa dei SS. Cosma e Damiano, elevata a parrocchiale, inaugurata il 27 settembre 1926. La vecchia chiesetta venne demolita nel 1947, ‘oramai decadente’ (commentava il parroco), con la precisazione che il materiale recuperato venga utilizzato per i nuovi lavori […]

Alla ricerca del pozzo perduto in via Pozzetto a San Cosma

ALLA RICERCA DEL POZZO PERDUTO IN VIA POZZETTO Via Pozzetto è una lunga via che inizia dal cimitero di San Cosma e porta a Tribano. Una leggenda vuole che l’area sia stata bonificata dai ‘benedettini’ (forse di San Salvaro, ora agenzia Trieste) scavando il canale la Rovega, che faceva e fa defluire le acque verso la Monselesana. I buoni religiosi avrebbero costruito anche il famoso pozzo a beneficio di un gruppo di abitazioni rurali. Tutto bene quindi, ma il vecchio pozzo ora non c’e’ più. Dell’importante e storica fonte d’acqua potabile si è persa ogni memoria. Inutili sono state le ricerche effettuate sul posto: Emanuele, Antonio e Roberto: nati e cresciuti in quella via non lo ricordano. Solo Nazzareno (classe 1937) rammenta un vecchio pozzo in muratura situato. all’incirca, dove ora c’è un nuovo capitello. Da giovane, confessa, di aver attinto dal vecchio manufatto l’acqua per irrorare le sue viti. Ma ammette che quell’ antico pozzo è stato chiuso e interrato anni fa per far posto a una nuova abitazione. La storica fonte che dà ancora il nome alla via è stata cancellata dalla storia di quella contrada. Auspichiamo ora che ci sia un ripensamento tra quella brava gente e che la vecchia fonte venga ripristinata e magari sia possibile prendere l’acqua di falda come facevano un tempo i laboriosi fraticelli

Anche gli archeologi sulla frana di San Tommaso

Proseguono i lavori per la sistemazione della frana di San Tommaso. La ditta incaricata dovrebbe posare una conduttura x catturare l’acqua che scende dalla Rocca, responsabile quest’ultima del cedimento franoso ai piedi del piccolo colle. Per evitare sorprese la Soprintendenza ha chiesto un monitoraggio degli scavi per la posa delle tubazioni. Dallo scavo potrebbe emergere qualche manufatto antico. La chiesa di San Tommaso Apostolo è una delle più antiche di Monselice, viene citata per la prima volta in un documento riferito all’anno 828 nel quale Gregorio IV papa conferma al monastero di Santa Giustina di Padova la proprietà dei beni. Speriamo… che trovino qualche altro pezzetto di Monselice nascosto sotto la roccia trachitica. Da quelle parti dovrebbe esserci la grande fattoria delle monache di San Zaccaria che nei documenti veniva citata come corte di Petriolo ! Sulle monache di san Zaccaria [ clicca qui…] Info sulla chiesa di San Tommaso https://www.ossicella.it/monselice/chiesa-di-san-tommaso/ (Da un articolo del Mattino di sabato 29 marzo ’25)

Nuovo libro di Valandro sulle 7 chiesette

Giovedi 13 febbraio 2025 è stato presentato al castello di Monselice l’ultimo libro di Roberto Valandro: ‘Sul Santuario delle sette chiesette e la grotta dei due San Francesco’. Valandro questa volta ha sviluppato la storia del nostro monte sacro, concentrandosi sull’intricata vicenda della grotta dei ‘due’ san Francesco sull’esedra scamozziana. Costruita dai Duodo per San Francesco d’Assisi è stata utilizzata anche per il santo missionario San Francesco Saverio. Tante notizie e tante immagini che valorizzano la nostra storia cittadina. Tra le novità segnaliamo una scheda con immagine della perduta chiesuola/oratorio dei Cappuccini, esistente in via Santarello, dedicata a San Giovanni Battista. Apparteneva alla famiglia Malipiero e faceva parte della loro sontuosa villa in via M. Carboni. Valandro precisa che l’oratorio fu donato dai Malipiero ai religiosi francescani nel 1614 affinché fosse destinato ad ospitare i frati Cappuccini e Francescani che passavano per Monselice. L’ospizio espletò la sua specifica funzione fino alla soppressione napoleonica del 1810. Un ultimo documento del 24 novembre 1827 ci fa conoscere che oratorio e luoghi annessi, erano già nelle mani di privati. Nella preziosa foto quello che rimaneva dell’edificio religioso squarciato da una bomba verso la fine della 2° guerra mondiale. Per fortuna l’altare è stato recuperato e ricomposto nel convento di San Giacomo. Del vecchio oratorio ora però non esiste più nulla.   Monselice, 14 febbraio 2025 © 2025 a cura di Flaviano Rossetto Vedi anche:   Per news su Monselice https://www.ossicella.it/  Per arte e architettura https://www.ossicella.it/monselice/ Per storia di Monselice https://www.monseliceantica.it/ Info e segnalazioni scrivimi qui flaviano.rossetto@ossicella.it […]

Ritornano a splendere le vetrate nella chiesetta di San Giorgio

Vetrai, elettricisti e muratori si alternano velocemente nella chiesetta di San Giorgio per ultimare i lavori di restauro nell’oratorio dei Duodo. Le vetrate – novecentesche- sono appena state riparate dalla ditta De Poli e riposizionate con cura al loro posto. Gli elettricisti hanno installato un nuovo e potente impianto di illuminazione, mettendo in sicurezza tutto l’edificio religioso. Ci accompagna nella visita Don Paolo Marzellan, il rettore del Santuario che – soddisfatto – ci informa che la spesa di circa 50.000 euro sarà interamente coperta da donazioni. Tutto sarà pronto per sabato 15 febbraio 2025, giorno dell’inaugurazione. Infine chiediamo a Don Paolo come sta andando l’anno Giubilare. ‘Bene – risponde – vedo tanto entusiasmo, ma tanti vengono per una passeggiata dimenticando che le 7 chiesette sono un Santuario, un luogo di preghiere all’aperto’. Speriamo che l’anno giubilare rinnovi anche la religiosità della Bassa Padovana, aggiungiamo noi. Nel frattempo godiamoci i colori della nuove vetrate che rimandano luci coloratissime nella vecchia chiesetta, illuminando anche i ‘nostri’ martiri romani. Anche per loro sarà una festa ‘colorata’. Inaugurazione delle vetrate restaurate presso l’Oratorio di San Giorgio è avvenuta il 15 febbraio 2025. La benedizione da parte di don Francesco Vicario Foraneo di Monselice, coadiuvato da Mons. Paolo Marzellan e don Alessandro Fusari. Tra i contributi  per il restauro anche l’associazione amici dei musei di Monselice Monselice, 17 febbraio 2025   © 2025 a cura di Flaviano Rossetto Vedi anche:   Per news su Monselice https://www.ossicella.it/  Per arte e architettura https://www.ossicella.it/monselice/ Per storia di Monselice https://www.monseliceantica.it/ Info e […]

Decorazione del soffitto della prima chiesetta del Santuario giubilare di Monselice

Sappiamo che le 7 chiesette hanno avuto un lungo percorso architettonico: dal 1605 a fine 700. Diversi architetti si sono alternati secondo i voleri dei Duodo. Sicuramente era prevista anche la decorazione dei soffitti delle 6 cappelle, ma fatta la prima i lavori si sono interrotti. La storica dell’arte Elisabetta Antoniazzi ha studiato la prima chiesetta decorata al soffitto con una finta balaustra, festoni e cherubini. Dopo una attenta analisi ha riscontrato che la tipologia pittorica è molto simile a quella praticata nel settecento nelle ville venete. Forse i Duodo hanno incaricato un frescante attivo nelle vicine ville. Secondo la studiosa gli affreschi sono stati eseguiti nei primi del ‘700, in questo caso sarebbero stati commissionati da Nicolò Duodo. Sul santuario giubilare di Monselice [ Clicca qui…] © 2025 a cura di Flaviano Rossetto Vedi anche:   Per news su Monselice https://www.ossicella.it/  Per arte e architettura https://www.ossicella.it/monselice/ Per storia di Monselice https://www.monseliceantica.it/ Info e segnalazioni scrivimi qui flaviano.rossetto@ossicella.it https://www.facebook.com/flaviano.rossetto

Casa Sandri – Turetta a San Bortolo di Monselice

CASA  SANDRA – TURETTA a SAN BORTOLO Vicino alla rotonda di San Bortolo si intravede la storica abitazione dei fratelli Turetta che nel secolo scorso gestivano, in affitto, ben 80 campi dell’ospedale di Monselice. Villa Sandri risale ai primi decenni del XVII sec. ed è affiancata da una grande barchessa (ora in fase di crollo) sempre dello stesso periodo. Fino al XIX sec. nella cartografia viene individuata come Cà Sandri ma da questa epoca, diventata proprietà dell’ospedale civile di Monselice, venne data in affitto alla famiglia Turetta che vi rimase fino agli anni ’80 del XX sec. La villa all’interno presenta degli elementi decorativi di pregio ed è tutelata dalla Soprintendenza ai Beni storici e artistici. I fratelli Turetta erano molto conosciuti xchè militavano attivamente nel partito fascista. Svolsero una intesa attività politica usando le maniere forti in più di qualche occasione. Per quanti volessero approfondire rimando al mio libro sulla Seconda guerra mondiale disponibile in www.ossicella.it La loro casa – ora in stato di abbandono – è la classica villa padronale veneta. Un complesso composto da una casa di abitazione a due piani e da un’ampia barchessa dove si svolgevano tutte le attività contadine del tempo (stalla + fienile). L’immobile è tutelato dalla Soprintendenza: era una piccola cittadella rurale attorno al quale lavoravano e vivevano un centinaio di persone che si dedicavano alla conduzione di fondo agricolo. Il complesso è stato costruito durante la prima metà del XVII secolo, ma sicuramente il sito è più antico, al centro di […]

Mura dei frati, terminato il primo stralcio

L’Amministrazione informa che con provvedimento n. 849 del 22-11-2024 è terminato il primo stralcio relativo al recupero e consolidamento del muro di cinta del parco Buzzaccarini per una spesa € 400.000. Il costo complessivo dell’intervento comprendente l’intero sviluppo della cortina muraria è però pari a € 1.548.325. Le mura sono state restaurate per un centinaio di metri. Ora serve un nuovo finanziamento ha precisato il sindaco nell’articolo del Gazzettino del 6 dicembre 2024. Purtroppo i tempi si allungano. Ottimo lavoro, con un buon effetto cromatico che richiama alla memoria il nostro passato. (foto M. Dem.) Monselice, 6 dicembre 2024 Il Gazzettino del 6 dicembre 2024  riprende l’argomento con un articolo di G. Brunoro © 2024 a cura di Flaviano Rossetto Vedi anche:   Per news su Monselice https://www.ossicella.it/  Per arte e architettura https://www.ossicella.it/monselice/ Per storia di Monselice https://www.monseliceantica.it/ Per l’archivio storico   https://www.monseliceantica.it/archivio/ Info e segnalazioni scrivimi qui flaviano.rossetto@ossicella.it https://www.facebook.com/flaviano.rossetto  

Il Comune acquista la Caneva e la sacrestia dell’ex convento di Santo Stefano

IL COMUNE ACQUISTA LA CANEVA E LA SACRESTIA DELL’ EX CONVENTO DI SANTO STEFANO Recentemente il comune di Monselice ha acquistato, da privati, due locali appartenenti in antico al convento di Santo Stefano e precisamente la ‘Caneva’ (cantina) per 80.000 euro e la sacrestia per una spesa di 45.000 euro. Nella foto vengono identificati ( approssimativamente) i due locali su una mappa antica. L’operazione si è resa necessaria per recuperare spazio da destinare a locali tecnici a servizio dell’intero complesso monumentale, funzionali alle future funzioni pubbliche dell’ edificio. Tuttavia – per chiarezza – dobbiamo precisare che dai documenti storici consultati non è chiara come si è evoluta nel tempo la storia delle due proprietà ora acquistate dal Comune. Un po’ di storia e le spogliazioni napoleoniche Il 2 agosto 1770 fu soppresso il monastero domenicano di Santo Stefano e i frati furono allontanati. La chiesa fu affidata alla confraternita del SS. Rosario. Nel 1772 Giorgio Strattico capitano delle guardie acquistò la chiesa per ducati 600. La chiesa continuò tuttavia ad essere officiata ancora per qualche tempo a cura della confraternita del SS. Rosario. Nel 1810 alla chiesa di Santo Stefano furono applicate le direttive napoleoniche che prevedevano lo scioglimento degli ordini religiosi. Gli edifici e gli altri beni delle istituzioni religiose furono incamerati dallo stato. Nel caso di opere di particolare valore artistico, esse furono portate in Francia. Gli edifici vennero spogliati e destinati ad usi diversi quando non abbattuti. La chiesa di Santo Stefano – dopo la ventata napoleonica […]

1 2 3 5