La scrittrice monselicense Irene VISENTIN presenta il suo secondo libro horror ‘Buie’

Sabato 4 dicembre 2021, alla Loggetta, Irene Visentin, ha presentato il suo secondo libro “Buie”, edito da Augh! Edizioni. L’opera contiene otto storie che raccontano le vicende horror di altrettante donne che vivono storie e situazioni surreali. ‘Scrivo per vincere la paura del buio’ – ha precisato Irene – che gioca tra evocazioni demoniche e fantastiche per sfuggire alla vita ordinaria. “Buie” propone vicende dalle tinte grottesche nel tentativo di abbellire questa esistenza che si svolge tra tante ombre e poche certezze. Spesso -tra le pagine del libro –  si intuisce  l’esistenza di un mondo parallelo che proietta nel nostro quotidiano ogni violenza. A chi le chiede perché i personaggi del suo libro sono solo donne risponde che il genere femminile è quello che soffre di più e che nel tempo, suo malgrado, ha acquisito una familiarità con il sangue e il dolore. Le donne quindi sono le protagoniste ideali per le sue storie surreali. Tanti i monselicensi che hanno partecipato alla presentazione dl libro, coordinata da Silvia Boschetto Non ci resta che complimentarci con la giovane scrittrice a cui l’aria di Monselice suggerisce trame oscure e violente che sollecitano la sua e nostra fantasia. Buona fortuna Irene.  

Allo scrittore Paolo Malaguti il premio speciale del Brunacci 2021

Questa mattina (domenica 14 novembre 2021) il Comune di Monselice ha assegnato il premio Brunacci allo scrittore monselicense Paolo Malaguti -finalista al premio campiello – per il libro  Se l’acqua ride. Torino, Einaudi 2020. Motivazioni: Il libro di Paolo Malaguti, Se l’acqua ride, è un romanzo di formazione  che narra la storia di un ragazzino il quale vive l’esperienza dei barcari di Battaglia nei primi anni Sessanta. L’ambientazione particolare (le vie fluviali da Cremona a Trieste, da Ferrara a Treviso), il tipo di lavoro (ora scomparso), la rievocazione di un mondo collaterale contadino (ma con spinte impellenti verso l’industrializzazione forzata), la collocazione temporale (si immagina un salto all’indietro di più di cinquant’anni ) ne fanno però anche una sorta di romanzo storico, che ricostruisce una delle fasi più complesse del secondo dopoguerra: quella del boom economico e del mutamento epocale dei costumi di una regione, il Veneto, e per traslazione dell’Italia tutta. L’opera ha diverse qualità di stile e di racconto che rivelano uno scrittore più che promettente, già compiuto, nonostante l’età ancora giovanile, il quale  pur servendosi di un italiano elegante e ricco di succhi non si perita di inframmezzarlo con termini dialettali veneti e con lacerti di un lessico tecnico in uso tra battellieri e cavallanti (ormai più o meno estinto): il che dimostra anche un certo gusto di documentazione e di ricerca storica che piace per il colore locale e il gusto di salvaguardare un linguaggio al limite del gergo. Anche il titolo del libro, Se l’acqua […]

La vita del conte Ettore Arrigoni degli Oddi raccontata in un libro

Sabato  10 luglio 2021 in  San Paolo a Monselice si è tenuta una giornata di studio sulla vita del conte Ettore Arrigoni degli Oddi durante la quale è stata annunciata la pubblicazione di un  libro sulla sua vita. E’ stata una bella iniziativa che ci ha permesso di conoscere la vita e gli studi di un nostro concittadino.  Autore del libro è l’avvocato Damiano Cappellari  che con tenacia e buona volontà ha ricomposto gli studi ornitologici del conte fondendoli con le vicende personali della blasonata famiglia.  Assai interessante la relazione di Leonardo Latella che ha presentato l’amico impagliatore del conte Vittorio Dal Nero [ qui ] noto tassidermista che accompagno e segui l’attività di studioso del conte. I conti Arrigoni degli Oddi sono stati sicuramente una delle famiglie più blasonate e autorevoli di Monselice. Sono stati anche i protagonisti della storia politica della città nei primi anni del Novecento e per qualche anno hanno retto le sorti amministrative e politiche del Comune: Oddo Arrigoni degli Oddi è stato sindaco due volte: dal 1899 al 1900 e dal 1905 al 1907; mentre il figlio Ettore lo è stato dal 1913 al 1914, per diventare poi deputato dal 1913 al 1921. Possedevano nel 1916 ben 400 ettari di terreno, quasi tutti nella omonima frazione. Il centro del loro ‘paesello’ è ancora occupato dalla villa padronale sorta sulle rovine di un piccolo castello. La massiccia e sontuosa costruzione, circondata da un parco secolare, sta per diventare un prestigioso luogo di ristoro per la […]

Lorenzo Marini in mostra a Venezia dal 24 giugno al 30 agosto 2020

E’ aperta dal 24 giugno al 30 agosto 2020 la mostra d’arte:  “Dal silenzio alla parola” sul percorso dell’illustre concittadino Lorenzo Marini (Monselice, 1958), fondatore della “TypeArt” e della “Type Visual”. Ogni elemento tradizionale delle lettere dell’alfabeto si presta a essere riletto dallo spirito creativo di Marini attraverso una ricerca a tutto campo. Ad esempio dall’ironia della piuma (lettera F) passa all’eleganza dell’incastro (lettera O) per includere la pennellata ispirata all’ideogramma orientale (lettera J). Brio e leggerezza, diventano parole chiave di questo alfabeto che propone l’arte come miglior antidoto contro noia e stress, dimostrando che anche gli aspetti della vita più scontati e consolidati si possono reinventare in modi prima impensati e impensabili. Le trenta opere in mostra negli spazi della “Fondazione Bevilacqua La Masa” dimostrano che bisogna ripartire dall’arte e dal bello. L’arte è per Marini un percorso di ricerca volto a trovare la ‘Parola’, quel senso che riesce a colmare ogni giorno il ‘silenzio’ della vita quotidiana. Con la sua opera-alfabeto dedicata a Venezia in cui è ricostruito un alfabeto partendo dalla rilettura dei simboli della città, l’artista è riuscito a cogliere pienamente il carattere veneziano, pieno di contrasti per il suo essere da sempre crocevia di mondi diversi. La mostra parte dalle opere concettuali degli anni Novanta, passando per il Manifesto per la Liberazione delle Lettere e concludendosi con AlphaCube, in cui l’artista crea un’opera profonda e interattiva. La sintesi dell’unione tra forma e contenuto, in continuo divenire, è stato raggiunto da Marini quando ha fuso il […]

Gli originali racconti dello scrittore monselicense Giacomo Mainardi

Tra gli autori più prolifici del panorama culturale locale c’è Giacomo Mainardi. Scrittore e poeta, nasce a Monselice nel 1934 in una famiglia numerosa: è infatti il terzultimo di nove fratelli. Nel 1965 si trasferisce a Este. Ha all’attivo numerose pubblicazioni. Tra queste: Il grillo in bottiglia, poesie (Padova, Zielo, 1981); Il berretto: poesie per burla o del distacco (Este, Grafica Atestina, 1988); Cronache dal Monte Cecilia (Este, Grafica Atestina, 1990); Bosco a mezzogiorno: poesie (Padova, Zielo 2002); Tre novelle (ovvero delle infedeltà coniugali): lettera sullo sport monselicense (2004); La palla d’oro: racconti minimi. (Padova, Zielo, 2006); I racconti di Carmine (Padova, Zielo, 2008); Il Sergente GB: due mesi in prima linea; gli operai, il ministro: 2 soci in vacanza (2010); Giudicate voi e altri racconti (Padova, Zielo, 2012). Anselmo Bucci, pittore volante e un Sant’Antonio mancato (Este, Grafica Atestina, 2012); Fiori di Roccia: versi residui (Padova, Zielo, 2013). In particolare prendiamo in esame La palla d’oro, raccolta di brevi racconti di cui Mainardi stesso in apertura di libro chiarisce la genesi. Lo scrittore spiega che l’idea di pubblicare questo libro è nata dopo aver recuperato per caso tre novelle e una lettera del padre. Si tratta di componimenti ispirati a episodi realmente accaduti all’autore, per lo “più cronache di avvenimenti curiosi, alcuni dei quali costituirono per lunghi periodi motivo di ilare intrattenimento nelle serate fra amici”. Tra i brani presenti nell’opera ne selezioniamo alcuni sui quali ci soffermiamo brevemente di seguito. A pagina 79 c’è Incontri al mercato. Qui […]

Il poeta Resio Veronese

Resio Veronese è nato a Monselice nel 1943. Autodidatta, già nella prima fanciullezza amava comporre pensieri poetici e filastrocche, un’istintiva passione che ha coltivato nella piena maturità partecipando con successo a vari concorsi poetici. Ha pubblicato “L’Upio” e “Per un Diario a Memoria. Versi e Immagini” in poesia, “L’Uomo della Bassa” in prosa. “Per un Diario a Memoria” è un impegnativo racconto, in versi e per immagini, attraverso il dialetto e in italiano, della vita di un tempo nei campi, a stretto contatto con la natura. L’opera ha come protagonista la vecchia civiltà contadina, le cui preziose reliquie sono state conservate presso il Museo etnografico allestito nella fattoria didattica di Veronese: “Le Saline” di Sant’Elena, fino al 2015 vero e apprezzato agriturismo. In “Me mama” l’autore dedica un affettuoso omaggio alla propria madre. Una donna forte, che riuscì a crescere, nonostante le ristrettezze economiche, ben diciassette figli. Una mamma capace di prendersi cura della famiglia con amore, amore che traspariva dal suo volto anche mentre svolgeva le più umili faccende domestiche. In “Fagnente” Veronese presenta un personaggio del paese, noto per la sua pigrizia. Nel brano emerge la tipica cultura veneta del fare. La morale è simile a quella della famosa favola “La cicala e la formica” di Esopo: giunto l’inverno lo scansafatiche, infatti, impara a sue spese che “se non lavori non mangi”. Me mama Disissete fioi me mama a’ ga inbastio: l’ultimo so stà mi, nato longo si, ma magro e patio. Co amore a’ ne ga arlevà, […]

Il poeta Pietro Gattolin

Storie, luoghi e personaggi della Bassa Padovana del primo Novecento nei ricordi di Pietro Gattolin Pietro Gattolin è stato uno dei custodi della memoria della Bassa Padovana. Nato a Este nel 1924 da una famiglia di contadini, emigra in Libia, ma l’invasione inglese lo costringe a tornare in Italia. Conosce la leva e la durezza della prigionia: dopo l’8 settembre 1943, infatti, viene catturato e deportato in Germania. Nel Dopoguerra si stabilisce a Monselice, dove si sposa e vive per oltre mezzo secolo lavorando nel settore dell’edilizia. Si spegne nel 2014, all’età di 89 anni. La sua istruzione si è fermata alla licenza di quinta elementare, ma negli anni Gattolin non rinuncia a formarsi culturalmente da autodidatta. Già da piccolo si accosta alle avventure di Salgari e Collodi, iniziando a scrivere sui pezzi di carta che la mamma usa per accendere il camino. È autore di numerose poesie, sia in italiano che in dialetto, di centinaia di articoli per la rivista “Quatro ciacoe” e anche di alcuni libri che ci restituiscono una preziosa testimonianza della vita quotidiana nel nostro territorio nei primi decenni del Novecento. Uno di questi è I porteghi dea Bassa – Ai nostri tempi (Casalserugo, Nuova cartotecnica, 2004), nel quale l’autore racconta una serie di episodi, tradizioni e costumi di un passato che senza l’impegno di Gattolin avrebbero rischiato di andare irrimediabilmente perduti. Come precisa il professor Manlio Cortelazzo nella sua premessa al volume, non siamo di fronte all’opera di un letterato, bensì a quella di «un […]

Il poeta Massimo Guercini vincitore della 4^ edizione dei poeti della Rocca in fiore

VITE SPEZZATE di Massimo Guercini Dopo il secondo posto ottenuto nel 2018, con questo splendido componimento Massimo Guercini si è aggiudicato la quarta edizione della gara poetica indetta dalla Biblioteca di Monselice. Grande amante della natura, il poeta di Albignasego gestisce da alcuni anni il blog “I miei sentieri”, dove attraverso parole e immagini racconta la bellezza dei Colli Euganei. “Vite spezzate” affronta invece la complessa tematica del carcere, luogo nel quale l’esistenza quotidiana è costretta a fare i conti con l’emarginazione, la malinconia, il dolore e la difficoltà a vedere un futuro “oltre le invalicabili mura senza nome”. Il brano, formato da trenta versi divisi in sette strofe, ha la capacità di proiettare con forza il lettore all’interno della prigione assieme ai condannati. L’autore propone una serie di immagini significative che evocano efficacemente la dura condizione di chi è recluso. Tra queste il “ferreo tintinnio di chiavi” che accompagna “il misurato passo di una guardia”, oppure il “lento rituale della pagina sfogliata con devozione” e il “sordo eco” che risuona “nell’orrido corridoio”. In tutto questo la sofferenza di chi ha visto la propria vita andare in frantumi si manifesta tramite “inascoltate grida”, mentre “affannose speranze” si alternano al “pianto amaro della solitudine”. I gabbiani che affollano il cortile in cerca di cibo ricordano i detenuti affamati di libertà durante l’ora d’aria. Il carcere concede dunque anche “attimi d’innocente evasione”: ma sono, appunto, solo “attimi”. (brano vincitore della quarta edizione del concorso “I poeti della Rocca in Fiore”) Si apre […]

Le riflessioni di Mauro Contato

Lavoro, ricchezza e benessere: le riflessioni di Mauro Contato nel suo libro“The General Logic trilogy” Mauro Contato, 44 anni, è nato e vive a Monselice. Laureato in Scienze Politiche, ha già pubblicato diversi libri: oltre a Contributi sul Mutuo Soccorso, scritto a quattro mani con Giancarlo Fabbian, ricordiamo il Taccuino 2011-2013 e il Taccuino 2014-2016, entrambi curati da Europa Edizioni. Di recente, con lo stesso editore, è uscito The General Logic trilogy. Il suo ultimo volume raccoglie numerosi aforismi che l’hanno colpita durante i suoi studi, a cui lei affianca le sue considerazioni. I temi affrontati sono diversi: spiccano in particolare economia, politica e filosofia. Com’è nata l’idea di realizzare un’opera di questo genere? «Il libro va a concludere una trilogia frutto di frutto di tanti anni di letture impegnate. Nonostante non fossi uno studente brillante, sono sempre stato un fruitore massivo di prodotti culturali. Oggi possiedo una libreria composta da un migliaio di volumi, metà dei quali li ho letti. Ho scelto la forma di una trilogia per avere la possibilità di esporre il mio pensiero in modo completo. I destinatari? Sicuramente mia figlia, a cui desideravo lasciare una sorta di testamento intellettuale. In secondo luogo direi tutti coloro che intendono sviluppare opinioni autonome. La speranza è quella di essere riuscito a dare un contributo alla cultura: credo di aver offerto alcuni spunti interessanti per uscire dalla logica economicistica che ci permea a tutti i livelli». Alcuni paragrafi iniziali di The General Logic trilogy sono dedicati alla sua carriera […]

L’enologo Gianni Borin ci racconta la vite nel paesaggio euganeo

Sabato  30 giugno 2018  Monselice, nel Palazzo della Loggetta, è stato presentato il volume La vite nel paesaggio dei colli euganei  scritto da Claudio Giulivo, Gianni Borin con magnifiche foto di Cristiano Bulegato. I relatori hanno raccontato la dolcezza del paesaggio dei colli euganei  che hanno incantato  tanti letterati nel corso dei secoli. Un paesaggio minuziosamente modellato da filari di vite. Quest’ultima è la visuale di chi si sofferma ad osservare con attenzione il profilo dei Colli Euganei, un incredibile patrimonio verde, di natura vera. E’ soprattutto la vite, che abita questa area, ad aver ispirato Cristiano Bulegato, Claudio Giulivo e Gianni Borin nello scrivere “La vite nel paesaggio dei Colli Euganei”: un’opera dedicata al ruolo fondativo e fondamentale di questa pianta da frutto nel contesto geografico dei Colli Euganei. Gli autori sottolineano che a regolare i ritmi di produzione sono spesso le incessanti richieste del mercato, a cui però bisogna insegnare una certa moderazione: è importante trovare il giusto equilibrio tra il guadagno e la tutela delle risorse naturali. I Colli sono frequentati da un turista sempre più consapevole e preparato alla ricerca di un’oasi di pace e di svago, ma anche da numerosissimi visitatori domenicali che approfittano delle belle giornate primaverili e autunnali per immergersi nella natura e staccare dalla vita frenetica delle città. Il vino è un’attrattiva importante. Con questo volume gli autori Claudio Giulivo e Gianni Borin, e Cristiano Bulegato fotografo, propongono a tutti gli appassionati una guida puntuale e scientifica, alla scoperta delle trasformazioni del […]

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