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Il più antico documento conservato nell’archivio storico di Monselice (1204)

Il contratto di matrimonio tra Veronese e Moncellana (1204)
Nell’anno 1204, correndo la settima indizione, il giorno 25 gennaio. Si convenne e stabilì in questi termini tra Veronese, figlio del fu Trentino calderaio, e Moncellana, figlia del fu Andrea Paradiso: quest’ultima a titolo di donazione investì detto Veronese del fondo abitativo con casa, che ella tiene dalla chiesa di S. Giustina di Monselice per contratto di livello, sito nel detto luogo (entro questi confini: da un capo la via pubblica, dall’altro Avignente; l’ingresso è da uno dei lati maggiori) e di tutti i propri beni mobili che attualmente tiene e d’ora in avanti potrà acquisire, e inoltre li consegnò; e cedette allo stesso Veronese ogni diritto, ragione ed azione, sia spettante al bene sia alla persona, che ella ha sul predetto fondo abitativo e sui detti beni mobili; e lo costituì procuratore come in bene proprio, in modo da poterlo interamente avere e tenere come ora lo ha e tiene essa Moncellana. E pure con siffatto patto: se ella avrà dei figli nati da entrambi, detto Veronese dovrà avere l’usufrutto dei detti beni vita natural durante; se non avrà figli nati da loro, detto Veronse avrà pieno potere di fare (dei beni) tutto quello che vorrà, senza opposizione di detta Moncellana. Se poi accadrà che il già detto Veronese morisse prima di lei, sia con figli sia senza figli, detta Moncellana dovrà lucrare 60 soldi (=3 lire) dei beni di detto Veronese. Si diedero reciprocamente il permesso di entrare così nel possesso, come è detto prima. E promisero di tenere sempre come efficace e valido tra di loro questo contratto. E lì immediatamente detto Veronese si congiunse in vincolo coniugale con detta Moncellana.

Il contratto di matrimonio tra Veronese e Moncellana (1204)

Furono testimoni Albertino di Enginelda e suo fratello Guido Matteo di Uberto Pullano, Artuico di Guilla, Goffredo nipote di detto Albertino e molti altri. Concluso in Monselice, nel cortile dei predetti coniugi. Testimoni come sopra. (Segno manuale del notaio) Io Iselberto, notaio del sacro palazzo, fui presente e su richiesta dei detti, cioè Veronese e Moncellana, essendone stato pregato scrissi. (Traduzione di Donato Gallo)

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© A cura di Flaviano Rossetto – flaviano.rossetto@ossicella.it