I dipinti ferraresi del conte Vittorio Cini presentati  al castello di Monselice

I dipinti ferraresi del conte Vittorio Cini presentati  al castello di Monselice *

Il 4 giugno 2025 presso il castello di Monselice ha avuto luogo una interessante conferenza dal titolo “Il gusto dei ferraresi. Il collezionismo di Vittorio Cini”, promossa dalla Fondazione Giorgio Cini in collaborazione con Complesso Rocca di Monselice. Alessandra Pattanaro, docente di Storia dell’arte moderna all’Università di Padova (tra i massimi studiosi di pittura ferrarese del Cinquecento) ha presentato, con un immagini, una ventina di grandi dipinti cinquecenteschi acquistati dal Cini su consiglio dell’amico Nino Barbantini, celebre  critico d’arte. Il loro incontro a Ferrara nel 1934, all’indomani della grande mostra sulla pittura del Rinascimento estense, segnò l’inizio di un sodalizio che porterà alla nascita della collezione di dipinti “ferraresi”, destinati in origine ad arredare il  Castello di Monselice.

A partire dal 1941 e fino al 1970, Cini mise insieme un nucleo straordinario di opere ferraresi, consigliato prima da Barbantini e poi da Federico Zeri, altro grande nome della critica d’arte italiana.

La dott. Pattanaro ha ricostruito le tappe affascinanti della collezione ferrarese di Vittorio Cini, figura centrale nella storia culturale del Novecento italiano che ha dato il via al museo del Cini in via San Vio a Venezia.

Protagonista dell’incontro è stata l’Allegoria dell’Abbondanza, una raffinata tela attribuita a Camillo Filippi, pittore della scuola ferrarese, oggi esposta (e visitabile) nel Castello di Monselice

 

l’Allegoria dell’Abbondanza, una raffinata tela attribuita a Camillo Filippi, pittore della scuola ferrarese, presentata nel Castello di Monselice

 

Oltre all’Allegoria dell’Abbondanza, la collezione Cini comprende capolavori come il San Giorgio di Cosmè Tura, le tavolette di Ercole de’ Roberti e la celebre Zuffa di Dosso Dossi, parte della decorazione originaria della camera di Alfonso I d’Este a Ferrara. Non mancava infine l’imponente Annunciazione di Garofalo, oggi conservata presso la sede veneziana della Fondazione.

La conferenza al Castello di Monselice ha restituito così il senso profondo di un collezionismo colto, identitario e affettivo, in cui ogni opera parla non solo di arte, ma anche di radici e visioni condivise.

Ottima iniziativa

*  da un articolo di M. D.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

© 2025 a cura di Flaviano Rossetto

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