Nato a Monselice nel 1905, Soranzo si era poi trasferito a Piove di Sacco, mentre ora abitava a Padova, in via Palestro. Figlio del noto pittore Antonio Soranzo e di Raffaela Travaglia, era pertanto nipote dell’illustre artista Silvio Travaglia. In età giovanile si trasferisce a Piove di Sacco, da dove torna a trascorrere le vacanze presso i nonni, nel Castello di Monselice.
Dopo aver conseguito la patente di segretario comunale, Soranzo si laurea in Scienze Economiche e Commerciali. E dal 1938 al 1947 risiede a Vicenza, poi a Padova, esercitando attività ammnistrativa presso vari Eni Locali.
La sua passione per la scrittura era comunque già esplosa nel 1920 con la poesia ed il teatro. Le coltiva con dedizione ed amore. Si avvicina cosi alla Compagnia veneta «La Serenissima» che a quel tempo raccoglie i più valenti e consumati attori del teatro veneto. Da loro apprende «dal vivo» i segreti del mestiere. Ma decisivo è l’incontro padovano con Bepi Missaglia che lo sprona a far conoscere le sue poesie venete, mentre Alberto di Lenna ed Elia Lockmann lo spingono a scrivere commedie.
La sua corposa e valida produzione letteraria di poesie dialettali, commedie, romanzi e racconti gli permettono di partecipare con successo a concorsi nazionali, dove si distingue nel panorama culturale italiano.
Ed è anche il fondatore de «El gnaro padovan, amissi della poesia». Cento anni dedicati alla cultura e all’arte.
Utile la sua ultima opera intitolata «Racconti monselicensi», edita dalla Libreria Diego Valeri e curata da Riccardo Ghidotti.
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