Nei pressi di S. Paolo, nell’area dell’attuale Ca’ Marcello, nei secoli XII-XIII esistevano un palazzo pubblico, dove risiedevano i rappresentanti del potere imperiale, la sede del Comune, menzionata per la prima volta attorno alla metà del XII secolo, e quella degli “arimanni”, nei quali sono da riconoscere le famiglie, forse di origine longobarda, che gestivano beni in comune. Il palazzo pubblico sorse probabilmente su una più antica “mansione”, nella quale i marchesi Alberto Azzo e Ugo, antenati della casa estense, presiedettero nel 1013 un pubblico giudizio (GP Brogiolo).
Il palazzo pretorio era sicuramente il più autorevole edifico medievale di Monselice, le fonti medioevali lo descrivono come prospiciente la chiesa di S. Paolo. Era il centro amministrativo cittadino, sede del pretore per quasi 8 secoli (equivalente dell’odierno municipio). Nel link un elenco dettagliato di podestà e pretori locali [vai…] .
Il pretore (derivato dal nome dell’omonimo magistrato dell’antica Roma) era un termine con il quale si designavano vari funzionari pubblici con competenze diverse. È stato molto usato nel Medioevo, nell’età moderna e nell’età contemporanea. In Italia il pretore era un giudice monocratico cui era affidata la giurisdizione in materia civile e penale, oltre a importanti compiti di natura amministrativa. Nel periodo veneziano il pretore era inviato da Venezia e rimaneva in carica per 15-18 mesi.
La facciata del palazzo pretorio appare pregevole, con una elegante impostazione che richiama moduli rinascimentali. L’edificio fu successivamente modificato fino ad assumere nella parte superiore l’ariosità del falso gotico. Purtroppo venne smantellato in occasione dei radicali restauri, conclusi verso il 1940, ordinati dal conte Vittorio Cini per conferire respiro prospettico alla massiccia mole trachitica del castello di Monselice.
Il Callegari nelle «Le cento città d’Italia illustrate» lo descrive così: «Un moderno arco merlato cavalcante la via che conduce alle cave, collega S. Paolo a un vecchio edificio – l’antico Pretorio – che conserva nell’interno, in mezzo a tante manomissioni, una loggetta pensile, ma che di fuori si presenta lamentevolmente camuffato con una veste di falso gotico, sotto lo sguardo corrucciato di Ca’ Marcello. Questo edificio accoglie gli uffici delle Poste e Telegrafo, le… prigioni, l’aula per le sedute del Consiglio comunale, e il Gabinetto di lettura».
Al pianoterra si conservavano anche anche alcune lapidi romane, che entrarono a far parte della civica raccolta. Da sottolineare che ancora attorno agli anni trenta si notava davanti alla sede municipale un piedestallo con pennone riprodotto dalla tela secentesca nell’identica positura e con un colorato stendardo sciolto al vento.
A cura di Flaviano Rossetto