
Stefano Piombin, ordinato sacerdote nel 1824, si dedicò per tutta la vita a raccogliere oggetti d’arte e a formare una ricca biblioteca. Con parte della sua collezione costituì nel 1878 un museo nella casa che fu di Francesco Petrarca ad Arquà (Maggiolo,1983, p. 250). Allo stesso museo, legò alla sua morte alcuni oggetti artistici di recente acquisto, che egli conservava “nel tavolino in mezzo alla stanza ove trovasi il mio ritratto” (Carturan, 1911, p. 404). Al Comune di Monselice, dove egli era nato nel 1800 e dove risiedeva, lasciò la sua libreria, inclusi alcuni quadri che vi si trovavano, ai quali aggiunse un suo ritratto a olio , tuttora conservato presso il Municipio della città. Questo ritratto a mezza figura coincide quasi certamente con quello menzionato nel legato per Arquà. Infine, lasciò il suo Museo al Comune di Padova “a condizione che lo conservi e lo unisca al suo già esistente, e che porti il nome di Museo Piombin” . Il presente ritratto, di autore sconosciuto, fu probabilmente eseguito dopo la morte di Stefano Piombin (avvenuta il 2 ottobre del 1887) — presumibilmente su incarico di Andrea Gloria, allora direttore del Museo Civico di Padova, suo esecutore testamentario e suo intimo amico (ivi, p. 406) — per onorarne la memoria.

Il dipinto è infatti chiaramente tratto da una fotografia, che ritrae l’abate in età avanzata, seduto sopra uno scranno, con la destra posata sul ginocchio e la sinistra che regge una tavoletta. Il pittore ha sostituito alla tavoletta un’edizione quattrocentesca delle Rime del Petrarca, come si legge sulla costola del volume, intenzionalmente rivolta verso l’osservatore: “Petrarca / Rime / 1472”. La preziosa edizione, da lui donata al Museo di Padova, all’epoca di Andrea Moschetti risultava perduta (1938, p. 83, n. 2). Un esemplare della foto in questione, da cui fu ricavato il ritratto, si conserva nell’Album di alcuni scrittori Padovani, un manoscritto, costituito di schede illustrate da fotografie, redatto nel 1879 da Francesco Bettio, parroco di Villaguattera e da lui inviato in dono a Stefano Piombin: “Compatriotta del Brunacci e Ferretto / Inauguratore del Museo Petrarchesco / In Arquà” (Monselice, Biblioteca Comunale, Fondo antico).
Nel dipinto del Museo di ‘Padova è effigiato in tre quarti con l’abito da prete e la croce di cavaliere sul petto.
Tratto dal libro. Dipinti dell’Ottocento e del Novecento dei Musei civici di Padova / a cura di Davide Banzato, Franca Pellegrini, Mari Pietrogiovanna.
p. 227
Tra le scoperte archeologiche del Piombin segnaliamo l’edicola funeraria dei Volumni ben descritta nel saggio di Girolamo Zampieri pubblicato nel libro ‘Il museo archeologico di Padova’ qui in PDF [ Clicca qui]
© 2025 a cura di Flaviano Rossetto
Vedi anche:
Per news su Monselice https://www.ossicella.it/
Per arte e architettura https://www.ossicella.it/monselice/
Per storia di Monselice https://www.monseliceantica.it/
Info e segnalazioni scrivimi qui flaviano.rossetto@ossicella.it