Villa Duodo a Monselice
Nei terreni ad oriente della rocca di Monselice, che gli vengono offerti in acquisto dalla Serenissima dopo lo smembramento della rocca stessa, Francesco Duodo di Santa Maria di Zobenigo trova solo una piccola ed antica chiesetta (nominata in loco, intitolata a San Giorgio. Deciso a costruire qui la sua dimora, l’allora procuratore San Marco ottiene da papa Clemente VII, nel 1592, di poterla demolire per ricostruirne una migliore accanto al palazzo che per sè farà erigere.
Per la progettazione viene chiamato lo Scamozzi, che il senatore Pietro, figlio di Francesco, aveva condotto con sè in Polonia per l’ascesa al trono del re Sigismondo a che aveva già costruito il palazzo a Santa Maria in Venezia.
L’architetto decide di mantenere parte della chiesa, l’arco che sovrasta l’altare, inglobarla nella nuova costruzione al fianco costruisce il palazzo. I lavori terminano nel 1597, con l’inserimento della pala d’altare. Nel 1605 Pietro Duodo ottiene di far costruire le sette cappelle, anch’esse progettate dallo Scamozzi, ma mecenate ed architetto muoiono prima che l’opera sia compiuta e tocca ad Alvise, nipote di Pietro, l’onore di trasportare a Roma i corpi dei Santi Martiri nel 1651, evento che viene puntualizzato dalla costruzione dell’arco trionfale. Contestualmente viene sistemata la grotta di San Francesco ed il loggiato con le sue statue.
Nel corso del XVIII secolo, Nicolò Duodo impegna l’architetto Andrea Tirali per l’ampliamento della villa, il nuovo volume viene costruito ortogonalmente al precedente a chiudere la corte.
Dal 1960 tutto il complesso viene restaurato con l’eliminazione delle superfetazioni ottocentesche, compresa la torre neogotica, nella villa e vengono inoltre restaurate la chiesa e la grotta San Francesco.
Il complesso non può prescindere dai giardini e dall’esedra al culmine della scalinata assiale della villa scamozziana. Questa si presenta a pianta rettangolare, elevata di due piani: il rapporto tra vuoti e pieni è sottolineato dall’uso della grigia trachite dei colli alternata all’intonaco chiaro delle pareti. L’area mediana, sottolineata da un timpano triangolare sopra la cornice della gronda, si apre al piano nobile in un loggiato a serliana affacciato su di una balaustra a colonnine; questa poggia direttamente sulla decorazione a conci in bugnato che inquadra il portale archivoltato a pian terreno.
Sempre a conci di trachite è il decoro agli spigoli dell’immobile, allo stesso piano, che termina alla fascia marcapiano. Le finestre delle stanze laterali sono architravate, contornate da conci rustici a pian terreno, da semplice cornice liscia al piano nobile. Una doppia fascia marcapiano in corrispondenza dei davanzali e degli architravi per il piano terra, e del solo piano di calpestio alla quota superiore, completano la decorazione.
Il corpo aggiunto dal Tirali, attribuzione su cui non concordano tutti gli storici dell’architettura, ha in facciata un gioco prettamente barocco di rimandi all’edificio dello Scamozzi, con la ripetizione del doppio stilema: serliana, portale e finestre in bugnato, in corrispondenza delle ali del fabbricato, mentre la parte mediana, simile ad un arco trionfale, è inquadrata da quattro semicolonne in trachite, che contengono il portale mediano, e da due nicchie laterali con statue ad entrambi i piani, completa il decoro un frontone rettangolare.
Attorno al 1950 i conti Balbi-Valier vendono la villa al conte Cini il quale a sua volta la vendette all regione Veneto nel 1980
La famiglia Duodo
Famiglia veneziana di lunga data, fu fondata nella parrocchia di Santa Maria Zobenigo. Le sue origini non sono chiare: sarebbe della Slavonia, del Peloponneso o tedesca. Diede dall’XI secolo comandanti agli eserciti e procuratori di San Marco. Fu inclusa nella nobiltà alla serrata del Maggior Consiglio. Annoverata tra le famiglie aristocratiche della laguna già nei primi secoli della storia di Venezia, rimase all’interno del Maggior Consiglio anche dopo la serrata del 1297. Le insegne dei Duodo sono composte da una fascia d’argento caricata con tre fiori di giglio in campo di gueules (rosso).”
Francesco Duodo https://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_Duodo (Venezia, 16 dicembre 1518 – Venezia, 16 novembre 1592) è stato un ammiraglio italiano della Repubblica di Venezia) è l’ideatore del complesso di Villa Duodo. E’ stato il vincitore della battaglia di Lepanto contro i turchi (1571).
Pietro Duodo : figlio di Francesco, nel 1605, ottenne dal pontefice Paolo V di poter realizzare un “monte santo” unico nel Veneto, dalla cui visita i pellegrini avrebbero ricevuto gli stessi benefici spirituali accordati ai fedeli che si recavano alle sette basiliche maggiori di Roma (il Percorso delle Sette Chiesette, santuario giubilare di Monselice)” http://www.treccani.it/enciclopedia/pietro-duodo_(Dizionario-Biografico)/
CURIOSITA’ SULLA VILLA DUODO 1796 – IL CORAGGIO DI UN SERVO DEI BALBI 1870 – NIDO DI VOLPI E DI VIPERE 1890 – LE SASSATE CONTRO I DUODO 1906 – LA LUCE DELLA ROMANTICA LUNA 1930 – IL CONTE NUDO OVVERO “LA SCANDALOSA VISIONE” Ma la proprietà di Monselice, era gravata, a cagione di usucapione, di una strana servitù: i monselicensi potevano andarci a passeggiare fino al tramonto d’ogni dì in quanti volessero ed anche sul piazzale selciato fin sotto le finestre dell’abitazione… Igo Balbi non accettò e riuscì ad impedire l’afflusso di passeggianti durante tutta l’estate. Calzato di stivaloni, coperto da un cappellone piumato alla moschettiera, brandendo un frustino che tagliava l’aria fischiando, passeggiava e passeggiava per tutta la proprietà. Stivali, cappellone, frustino, e per il resto nudo. Allora si ottenne il vuoto. Si raccontò a lungo della scandalosa visione che impauriva le donne. Oltre tutto Igo era un bel pezzo di marcantonio, forse impaurì ancor più i mariti”. Gli attriti continuarono poi per gran parte degli anni Trenta, con petizioni al Vescovo, lettere sui giornali, interventi del Podestà Mazzarolli che era anche fabbriciere delle Sette Chiese. |
Recentemente la studiosa Cristina Bertazzo ha pubblicato un esauriente saggio Le quattro grandi statue di Villa Duodo e su villa Duodo nell’ottima rivista ‘ Padova e il suo territorio – n. 218 che potete trovare in allegato [ clicca qui….]
Bibliografia e link Utile il sito ufficiale di Villa Duodo [ clicca qui…] Saggio sulle 7 chiese di Monselice: “Per la via romana di Monselice e alcune novità grafiche con qualche quesito”. Di Lionello Puppi e Loredana Olivato. Firenze 1974. E’ il primo importante studio sulle 7 chiesette di Monselice, nonostante siano passati quasi 35 anni dalla pubblicazione. Fondamentali le note che accompagnano il testo [vai..] Interessanti gli studi sulla Villa di Massimo Trevisan [ clicca qui…] Saggio su Nicolò Duodo di Cristina Bertazzo [ clicca qui…] Maggior info anche in https://it.wikipedia.org/wiki/Villa_Duodo |
© 2023 a cura di Flaviano Rossetto per https://www.ossicella.it/
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