Ca’ Bertana venne costruita tra il Quattro e il Cinquecento in modi che sono stati avvicinati alla scuola padovana dei Lombardo https://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_Lombardo_(scultore)
Si ipotizzano dei collegamenti con le case padovane degli Olzignani e dei Miglioranza nell’organizzazione della facciata e nel corredo decorativo delle finestre al piano nobile. Il nucleo originario viene ampliato, con modifiche distributive, alla metà del Settecento e successivamente adeguato ai bisogni novecenteschi.
L’edificio si eleva di due piani più le soffitte, con il piano terra aperto in un porticato a tre fornici frontali con ampie arcate a pieno sesto su tozzi pilastri, mentre ai lati sono presenti archi a sesto acuto. Il loggiato interno ha le volte di scarico dei sette portanti in vista e il solaio in travatura lignea.
Il portale d’ingresso è inserito in un fornice a sesto acuto, (Fornice è una grande apertura che in antichi edifici e in monumenti è destinata al pubblico transito) nei modi del gotico veneziano, mentre la parte centinata ha apertura visibile nel sottoportico. Ampie finestre architravate, con cornice in pietra tenera e protette da inferriate, illuminano i vani sotto il loggiato. Nel piano nobile la forometria è decisamente preziosa, resa da una quadrifora in corrispondenza del salone passante mediano e da monofore nelle stanze laterali. La quadrifora, ora aperta in finestre, in origine aveva portefinestre affacciate sui balconi a colonnine con interposti pilastrini decorati in corrispondenza dei piedritti delle luci soprastanti.
I due appoggi laterali della quadrifora, in corrispondenza delle murature, sono resi da pilastri decorati con candelabre, sul fronte, e scanalature verso l’interno, mentre colonnine tortili con capitelli composti sostengono le arcate mediane. Le ghiere degli archi si presentano coronate e modanate da una fascia a dentelli: hanno sul colmo una palmetta e sui lati foglie d’acanto. In corrispondenza delle imposte sono invece inserite decorazioni in forma di vaso ansato con frutta.
Le monofore hanno stipiti a pilastro con scanalature in diagonale, ghiere d’arco con modanatura a dentelli e decorazione sopra la chiave a volute e racemi. Il fianco libero, verso ovest, presenta una monofora con decoro simile, ma più semplice, rispetto a quelle del fronte, posta in asse alla cuspide dell’arcata del portico.
Negli interni si mantengono sia gli stipiti decorati in alcune porte sia il fregio decorativo lungo il sotto solaio.
Tratto da Ville venete: La provincia di Padova. Istituto regionale per le ville venete, Marsilio Editore
Maggiori info https://casatorenier01.wordpress.com/2009/04/20/villa_c___renier_bertana_a_monselice_1982487-shtml/
https://catalogo.beniculturali.it/detail/PhotographicHeritage/0500347005
La villa prende il nome dai Bertana che abitavano a Monselice x molto tempo. Le cronache ricordano Felice Bertana che gestiva a Monselice una ricevitoria del Lotto e giochi vari. Abile negli affari accumulò una notevole fortuna. Fu attivo nella gestione dell’ospedale e degli istituti Pii, mori nel 1903. Ricordiamo anche Emilio Bertana Critico e storico della letteratura italiano (Monselice 1860 – Como 1934); provveditore agli studî e poi, fino al 1925, preside di liceo a Torino. Al centro della sua copiosa produzione rimangono un ampio studio su Vittorio Alfieri (1902) e un volume complessivo su La tragedia (1906), pregevoli per l’erudizione che li informa.