IL PERCORSO DEVOZIONALE DELLE SETTE CHIESETTE
Definizione
Sulle pendici del Colle della Rocca, oltrepassata porta romana, si trova il più importante complesso monumentale religioso di Monselice: il Santuario Giubilare delle Sette Chiese; costituito da sei cappelle che si susseguono lungo la via che sale fino al piazzale antistante Villa Duodo dove si trova la chiesa di S. Giorgio. Le sette chiesette votive sono frutto del progetto del nobile veneziano Pietro Duodo che possedeva in Monselice cospicui beni documentati fin dal 1518 ( Rocchetta di San Giorgio) . Il Duodo edifica (1592) in questo luogo la propria residenza, con annessa cappella privata. Nel 1605 ottiene da Papa Paolo V il permesso di edificare ed intitolare le piccole chiese come le sette maggiori basiliche romane, ottenendo il medesimo privilegio dell’Indulgenza Plenaria.
Per il Santuario di Monselice fu ottenuta l’indulgenza, legata alla devozione delle ‘Sette chiese’ nella formula coniata da San Filippo Neri, che era di impostazione mariana, questa poteva costituire un atto di omaggio a Francesco, fondatore del primitivo oratorio, che si era distinto a Lepanto, come comandante delle Galeazze veneziane.
Il complesso è stato realizzato dall’architetto Vincenzo Scamozzi ( 1552-1616) e rappresenta la Città Santa in miniatura a cui si accede tramite un portone monumentale, sormontato dalla scritta “Romans Basilicis Pares”, che introduce alla via romana. Nelle chiesette si trovano sei tele di Palma il Giovane il giovane (1548-1628) con raffigurate le basiliche romane corrispondenti alle titolazioni di ciascuna cappella. Nella settima chiesa, quella di S. Giorgio, nel 1651 Papa Innocenzo X consente ad Alvise Duodo, nipote di Pietro, la traslazione dei corpi di tre Santi Martiri e di numerose reliquie dalla chiesa romana di Tor de’ Specchi a quella di San Giorgio.
La storia e la bolla papale del 1605
Nella bolla papale si specifica infatti che, desiderando Pietro Duodo dotare di qualche indulgenza il Tempio di S. Giorgio, si concedeva ai fedeli benefici spirituali identici a quelli che i pellegrini ricevevano solo a Roma, percorrendo il santo itinerario delle sette celeberrime Basiliche. I fedeli in grazia di Dio avrebbero dovuto visitare non solo la chiesetta di San Giorgio ma si sarebbero dovuti fermare, in devoto raccoglimento, presso sei cappelle “erette oppure da erigersi”, collocate lungo un percorso che rappresentava, con metafora concettistica, quello canonico delle Basiliche romane. Il tema delle loro preghiere doveva riguardare la concordia dei principi cristiani, l’estirpazione delle eresie ed infine l’esaltazione della Chiesa.
L’inizio dei lavori per la costruzione delle sei cappelle risale al 1606 e il loro compimento al 1615 quando il vescovo Marco Cornaro si reca in visita presso la villa e loda le cappelle per la loro bella forma. Il Cognolato ( Rettore delle chesette) aggiunge che l’apertura del Santuario dei Santi avvenne solennemente il 14 agosto 1791 e la devota adorazione delle sante spoglie dei martiri si protrasse fino al 16 agosto con l’adorazione del “Divin Sacramento “, attirando numerosissimi visitatori.
L’arco d’ingresso all’area sacra del santuario giubilare, costruito nel 1651, è chiamata la “Porta Romana” o “Porta Santa” dove l’iscrizione Romanis basilicis pares ricorda il collegamento con il pellegrinaggio alle basiliche romane. Per maggiori info [ clicca qui…]
Le sei cappelle sono tutte diverse tra loro e precisamente:
- Cappella Santa Maria Maggiore: pianta quadrata e di ordine tuscanico
- Cappella San Giovanni Battista: pianta a croce con cupola e di ordine composito
- Cappella Santa Croce di Gerusalemme: pianta quadrata e di ordine tuscanico
- Cappella San Lorenzo: pianta quadrata e di ordine ionico
- Cappella San Sebastiano: pianta a croce con cupola e di ordine composito
- Cappella Santi Pietro e Paolo: pianta quadrata e di ordine ionico
Scamozzi è riuscito così a mescolare la parte naturale del colle con la grandezza della famiglia Duodo ed il mito della Roma antica: si tratta quindi di un programma edilizio sia privato sia religioso. Notevole è stata l’opera di sbancamento effettuata sul piccolo colle che si è resa necessaria per creare le due vie di accesso alle 7 chiesette e a Villa Duodo.
Le sei chiesette e le pale di Jacopo Palma il Giovane
Le chiesette sono state arricchite con 6 grandi tele realizzate da Jacopo Palma il Giovane (1548-1628), recentemente restaurate. Un disegno preparatorio porta la data del 1611.
1^ Chiesetta: Statio ad S. Mariam Majorem
Jacopo Palma il giovane, L’Assunta
La prima chiesetta rappresenta la Basilica di Santa Maria Maggiore (visibile sullo sfondo della pala), conosciuta anche come Santa Maria della Neve è una delle quattro basiliche patriarcali di Roma, collocata sulla sommità del colle Esquilino.
DESCRIZIONE DELLA TELA. La pala rappresenta l’ascesa della Madonna al cielo. La composizione è tipica del manierismo veneto. L’avvitamento della figura su se stessa dona movimento e grazia alla tela. Più sotto la celebre assunta del Tiziano per confrontare come i due pittori hanno eseguito lo stesso soggetto. Molti hanno notato che la Madonna del Palma abbia la faccia di una popolana diversa invece quella del Tiziano nella quale è predominante la partecipazione corale e lo sbigottimento della gente al miracolo.
2^ Chiesetta: Statio ad S. Joannem in Laterano
Jacopo Palma il giovane, San Giovanni Battista
La seconda cappella rappresenta la basilica di Giovanni in Laterano. Essa è la Cattedrale di Roma, la madre di tutte le chiese a Roma e nel mondo. Fondata da Costantino, durante il regno di Silvestro (314-335) fu distrutta e ricostruita molte volte. La basilica attuale risale al XVII sec. San Giovanni è rappresentato nell’iconografia con un lungo bastone da viandante sormontato da una piccola croce, con la scritta “Ecce agnus Dei” (Ecco l’Agnello di Dio); è vestito con l’abito di pelle di cammello, a cui a volte si aggiunge il mantello rosso, segno del martirio. Il Battista è rappresentato in tutti i momenti della sua vita, fin da quando, ancora nel ventre della madre, sussulta all’arrivo di Maria incinta di Gesù.
3^ Chiesetta: Statio ad S. Crucem in Jerusalem
Jacopo Palma il giovane, Sant’Elena
La terza chiesetta rappresenta la basilica romana della Santa Croce in Gerusalemme è una delle sette chiese di Roma che i pellegrini dovevano visitare a piedi in un giorno intero. Nel XVI secolo la tradizione fu rivitalizzata da San Filippo Neri. Fu edificata nel luogo dove erano i palazzi dell’Imperatrice Elena, la madre di Costantino I, presso il Laterano.
DESCRIZIONE DELLA TELA. Il Palma cura in modo particolare il drappeggio delle vesti e Sant’Elena ha lo stesso volto della Madonna della Pala precedente sembra una popolana veneta col volto reclinato poggiante sull’enorme croce diagonale.
4^ Chiesetta: Statio ad S. Laurentium extra Muros
Jacopo Palma il giovane, San Lorenzo
La quarta chiesetta rappresenta la basilica di San Lorenzo fuori le Mura. E’ un’importante chiesa di Roma, una delle Sette Chiese e una delle cinque Basiliche patriarcali, situata a ridosso del cimitero del Cimitero del Verano. La basilica ospita la tomba di san Lorenzo, arcidiacono della Chiesa di Roma, martirizzato nel 258. Sorpreso mentre celebrava l’Eucaristia nelle Catacombe di San Callisto, papa Sisto II fu martirizzato con quattro diaconi il 6 agosto. Quattro giorni dopo fu la volta di san Lorenzo che la tradizione vuole sia morto sulla graticola.
DESCRIZIONE DELLA TELA. Sul fondo di questa pala è evidenziata la basilica di S. Lorenzo fuori le mura, alla quale la chiesetta e il dipinto sono dedicati. Nella parte alta un putto alato regge nella mano sinistra la simbolica palma, mentre con la destra porta una corona.
5^ Chiesetta: Statio ad S. Sebastianum
Jacopo Palma il giovane, San Sebastiano
La quinta chiesetta rappresenta la basilica di San Sebastiano fuori le mura e naturalmente faceva parte delle sette chiese visitate dai pellegrini in occasione del giubileo a Roma. Costruita originariamente nel IV secolo, la chiesa fu dedicata a san Sebastiano, un martire romano del III secolo molto venerato. La chiesa ricevette l’attributo ad catabumbas per le catacombe di san Sebastiano, sulle quali venne costruita, mentre l’attributo “fuori le mura” è un riferimento al fatto che la chiesa si trova al di fuori delle Mura Aureliane e serviva a distinguerla dalla chiesa di san Sebastiano al Palatino..
DESCRIZIONE DELLA TELA. La posa elicoidale del santo è sottolineata e valorizzata dall’albero, simbolo della natura.
Presso la chiesetta di San Sebastiano, ogni anno il 21 gennaio, in occasione della ricorrenza di san Sebastiano patrono della polizia locale, si svolge una breve cerimonia con la Benedizione dei mezzi e delle attrezzature in dotazione alla Polizia Locale e alla Protezione Civile. Segue la deposizione di un mazzo di fiori vicino alla loro chiesetta.
6^ Chiesetta: Statio ad S. Petrum et Paulum
Jacopo Palma il giovane, SS. Pietro e Paolo
Solennità dei santi Pietro e Paolo Apostoli. Simone, figlio di Giona e fratello di Andrea, primo tra i discepoli professò che Gesù era il Cristo, Figlio del Dio vivente, dal quale fu chiamato Pietro. Paolo, Apostolo delle genti, predicò ai Giudei e ai Greci Cristo crocifisso. Entrambi nella fede e nell’amore di Gesù Cristo annunciarono il Vangelo nella città di Roma e morirono martiri sotto l’imperatore Nerone: il primo, come dice la tradizione, crocifisso a testa in giù e sepolto in Vaticano presso la via Trionfale, il secondo trafitto con la spada e sepolto sulla via Ostiense. Nella iconografia tradizionale gli apostoli Pietro e Paolo spesso vengono raffigurati uno accanto all’altro volendo richiamare l’inscindibile legame tra la pietra angolare della chiesa di Cristo e il principale artefice della cattolicità.
DESCRIZIONE DELLA TELA. I due santi si fronteggiano in un dialogo muto. Evidenti i simboli dei due Santi: le chiavi, la spada. L’ampio mantello unisce le due figure colte in in rapido movimento, mentre l’angelo conclude verso l’alto lo spazio.
7^ chiesetta: San Giorgio vedi anche [ Clicca qui…]
Il percorso dei fedeli si conclude alla settima cappella, intitolata a San Giorgio, un tempo oratorio privato dei Duodo che prospetta sulla piazza con bella fontana seicentesca, di fronte all’esedra scenografica che riveste il pendio del colle; di fianco, la scalinata di accesso alla Rocca, segnalata da statue su pilastri (opere di Tommaso Bonazza, 1696-1775). A sinistra della cancellata, le copie di tre busti seicenteschi che raffigurano Francesco, Domenico ed Alvise Duodo.
Oratorio di San Giorgio e i corpi santi ( 7° chiesetta)
Nel 1589 lo Scamozzi fu chiamato dal nobile veneziano Francesco Duodo a costruire una residenza familiare nel «luogo detto la Rocchetta di San Giorgio», dove esisteva già una residenza di famiglia e un oratorio cinquecentesco eretti sulle rovine di un un’antica torre medievale e di una cappella viva almeno dall’XI secolo. La villa è costituita dall’ala meridionale (1593-97) che Scamozzi progettò con un semplice prospetto a serliana centrale entro edicola e timpano triangolare; cui si aggiunse ortogonalmente (1720-40), la seconda fabbrica.
L’architetto, vicino ad Andrea Tirali, riprende, con linguaggio più ricco, l’uso scamozziano delle fasce marcapiano, del bugnato di trachite per tutte le aperture e le serliane nella parte centrale. Molto composto anche lo schema decorativo con bassorilievi e varie statue, opere di Tommaso Bonazza e scuola. L’oratorio di San Giorgio, nella stessa occasione, fu ridisegnato seguendo un progetto a pianta circolare con cupola ribassata; nel 1651, dopo il trasporto di tre inumati catacombali ritenuti “martiri”, si arricchì di un nuovo pavimento, un altare in commesso di marmi (bottega dei Corberelli) e del campanile. Alla fine del Settecento, venne aggiunta a sud una nuova ala per ospitare scenograficamente, entro armadi di noce, i Corpi Santi e le reliquie via via aggiuntesi, oggetto di costante pellegrinaggio.
La chiesa (oratorio) di San Giorgio fu eseguita su disegno di Vincenzo Scamozzi a forma ellittica con cupola e presenza di campanile. Inizialmente la chiesa non presentava alcun portico frontale che però fu costruito nel secolo successivo quando vi furono apportate alcune modifiche al palazzo e quest’ultimo venne collegato alla chiesa tramite una terrazza su portici.
L’arrivo di nuove cospicue reliquie nel 1713 indusse la famiglia Duodo ad aggiungere a fianco della chiesa un vero e proprio santuario in cui conservare i Corpi Santi: il Santuario di San Giorgio. Alla fine del settecento la chiesa venne arricchita di un campanile, un orologio, un pavimento in marmo, pitture e altare, per festeggiare la traslazione di Alvise Duodo.
L’arco dell’altare è in mosaico d’oro a tasselli minuti, si pensa provenga dall’antica cappella. La mensa dell’altare ha il paliotto (parapetto) in intarsio marmoreo vario colorato in tarsia di Firenze e pietre dure uscito dalla maestria della bottega dei Corbarelli; troviamo ai lati due vasi di fattura etrusca con fiori di tarsia. Le pareti della cupola, oggigiorno in uno stato di deterioramento, sono affrescate da Tommaso Sandrini, ove l’attribuzione non sembra essere certa. Sono presenti sulle pareti tracce di fumo causate da un fulmine il 7 agosto del 1816, lapidi con epigrafe di alcuni dei Balbi-Valier, proprietari già all’epoca e dieci custodie di sacre reliquie.
Su marmo nero si può trovare il testo della bolla di Paolo V sulle Indulgenze. Inoltre sul pavimento troviamo la tomba dei Duodo (1663) e sull’atrio la tomba dei Balbi-Valier.
Dietro l’altare, cappella a mezzaluna su vecchio disegno scamozziano, ove, addossati alle pareti sette armadi di noce di montagna custodiscono le venerate salme dei martiri.
Vetrina con i corpi dei martiri romani a centro
Assai più stimolante e carica di pathos l’inconsueta galleria dei «corpi santi » racchiusi in vista nelle sovrapposte teche lignee. I documenti ci permettono di identificare 25 dei 27 scheletri più o meno integri conservati nella cappella (s. Benedetto e s. Giustino saranno aggregati successivamente) Al centro s. Valentino, posto sotto la statua della Vergine e festeggiato a memoria d’uomo e secondo calendario il 14 febbraio: s. Veneranda, s. Liberata, s. Clemente, s. Chiara, s. Fruttuoso, s. Ilocio, s. Costantino figlio di s. Faustina, s. Faustina, s. Celestino, s. Emiliano, s. Felicita, s. Gregorio, s. Bovo, s. Bonifacio, s. Rusticiano filio, s. Rusticiano padre, s. Pio, s. Teodoro, s. Febronia, s. Faustina vergine, s. Venanzio, s. Martino, s. Elite, s. Alessandro.
Interno della chiesa di S. Giorgio
Ci sono inoltre pervenute tre lapidette sepolcrali originali, databili al IV-V secolo: quelle di S. Valentino, effigiato a detta del Cognolato «con l’insegne sacerdotali d’antico uso », di S. Rusticiano figlio, morto dopo aver vissuto anni cinque mesi undici e giorni ventiquattro, e di S. Faustina vergine.
Sui corpi dei martiri si veda il libro: Corrain, Cleto, Ricognizione dei corpi santi della chiesa di S. Giorgio in Monselice (Padova) / C. Corrain, V. Terribile Wiel Marin, F. Mayellaro (Monselice : Grafiche Manoli, stampa 1989) [vai…]
Le Guide in PDF al Santuario Giubilare di Monselice
Nel tempo sono state stampate numerosi opuscoli sul Santuario realizzati per i pellegrini e i turisti. Eccone tre.
In occasione del Giubileo del 2000 è stato stampato un opuscolo in PDF curato da Flaviano Rossetto Contiene una presentazione di mons. Ezio Andreotti, una storia delle 7 chiesette di Riccardo Ghidotti e le preghiere da recitare per acquisire l’indulgenza plenaria. E’ stato distribuito a tutti i pellegrini che hanno visitato le 7 chiesette nel 2000. [ clicca qui…]
Per il Giubileo del 2025 l’Amministrazione comunale ha prodotto un opuscolo curato da Riccardo Ghidotti
L’apertura del Giubileo 2025 è avvenuta il 5 gennaio 2025 alla presenza di oltre un migliaio di fedeli e turisti info [ clicca qui…,]
Le preghiere da seguire per acquisire l’indulgenza
I responsabili religiosi del Santuario hanno stampato numerosi opuscoli con le preghiere da recitare lungo il Santuario. Ne presentiamo alcuni
Iniziamo con un libretto del 1911
Presentiamo in PDF quello del 1911 intitolato. “Modo di visitare le sette chiesette di Monselice privilegiate come le sette chiese di Roma”. Monselice, tipografia Maganza 1911. [ clicca qui…]
Le preghiere del Giubileo 2025
Per il giubileo del 2025 la parrocchia del Duomo, che ha specifiche competenze sul Santuario Giubilare, ha predisposto le preghiere da recitare per ottenere l’indulgenza giubilare. Il volantino è disponibile [ clicca qui…]
Saggi in PDF sul Santuario Saggio sulle 7 chiese di Monselice: “Per la via romana di Monselice e alcune novità grafiche con qualche quesito”. Di Lionello Puppi e Loredana Olivato. Firenze 1974. E’ il primo importante studio sulle 7 chiesette di Monselice, nonostante siano passati quasi 35 anni dalla pubblicazione. Fondamentali le note che accompagnano il testo [vai..] Chiara Ceschi, Chiese , conventi e monasteri: una rassegna del patrimonio artistico tra Settecento e Ottocento, p.565-588. ( Memorie della terra di Monselice; Le collezione dell’ abate Stefano Piombin; Note). [Vai…] Guida del pellegrino al Santuario Giubilare delle Sette di Monselice. Per facilitare il percorso religioso dei pellegrini che visiteranno il Santuario delle Sette Chiese di Monselice presentiamo, in estratto, un opuscolo contenente anche alcune preghiere da recitare lungo il percorso [ clicca qui…] Mario Sensi, Monti sacri, transfert di sacralità e santuari ad instar; un interessante saggio sulle caratteristiche del nostro Santuario delle 7 chiesette ;[ clicca qui…] Preghiere da recitare davanti alle 7 chiesette per acquisire l’indulgenza plenaria. Da un opuscolo del 1911 intitolato. “Modo di visitare le sette chiesette di Monselice privilegiate come le sette chiese di Roma”. Monselice, tipografia Maganza 1911. [ clicca qui…] Tutti gli articoli sul santuario giubilare di Monselice in questo sito [ clicca qui…
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© 2024 a cura di Flaviano Rossetto
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