In occasione del centodecimo compleanno del celebre architetto Carlo Scarpa 1906-1978 (sulla sua attività vedi sito ufficiale) – e mentre in molte città italiane si svolgono mostre e convegni – credo sia opportuna una piccola riflessione sulla sua attività monselicense. L’attenzione di Scarpa per la nostra città deriva dall’incontro con Aldo Businaro avvenuto nel 1969 durante un viaggio in Giappone di una delegazione di architetti e designer italiani al quale parteciparono entrambi. Il fortunato sodalizio si concretizzò con l’incarico al famoso architetto di restaurare la residenza seicentesca di Businaro, il celebre Il Palazzetto . Grazie alla loro amicizia nel 1976 la Banca Antoniana di Padova commissionò allo Scarpa la progettazione di una sua filiale nella città della rocca, nell’area esterna adiacente alla sconsacrata chiesa di S. Paolo, praticamente dove sorgeva il vecchio municipio.
Scarpa progettò un edificio collocato su pilastri alti 3.20 m lasciando così libero il suolo per creare una vera e propria piazza coperta alla quota della strada principale; una serie di scalinate isolava il volume della banca, ma anche, e allo stesso tempo, lo connetteva alla ex-chiesa con una soluzione che metteva in scena la tessitura muraria come un reperto. Il tetto dell’edificio si apriva alla luce naturale negli angoli e soprattutto nel soffitto, con lucernari che erano da un lato dei veri e propri canon a lumière, ma anche occasioni per inquadrare il paesaggio. La proposta scatenò l’inferno, critiche si levarono da tutte le parti politiche locali che giudicarono negativamente l’inserimento di un edificio moderno nel centro storico monselicense.
Alla fine il progetto fu accantonato con buona pace di tutti ( con la scusa che l’architetto era morto e nessuno dava garanzie sulla buona riuscita del progetto) , ma abbiamo anche perso la ‘magia’ di un edificio progettato dallo Scarpa: che tutti dicono sia stato il massimo esperto nel coniugare nelle sue progettazione il “classico con il moderno”. In quel luogo sorgerà nel 2009 la fontana di Botta il quale – diversamente da Scarpa – elevò il suo manofatto di 4 metri creando una nuova scenografia giudicata troppa invasiva da molti monselicensi. Su questo argomento Maurizio De Marco dedica una pagina del suo blog e conclude il suo ragionamento sul progetto di Botta affermando: ” Il risultato è un buon riordino dell’area, moderno e piacevole, che però non arriva alla genialità del progetto di Scarpa”. Un pensiero condiviso da molti monselicensi. Chiudiamo lasciando ai lettori ogni giudizio e con il dilemma: meglio Scarpa o Botta, ai posteri…
Le foto del plastico della Banca le ho reperite casualmente in fb. Ringrazio chi le ha messe perché completano nel migliore dei modi l’articolo.
Carlo Scarpa è stato presente a Monselice con altre realizzazioni, oltre alla casa Businaro, ricordiamo il suo impegno nella ristrutturazione del palazzo che ospita la farmacia in via Roma. Il suo tocco, magico è presente in via 28 aprile 1945 dove sono presenti sotto al portico due negozi la cui raffinatezza è riconducibile alla poetica scarpiana. Insistono ai lati dell’ingresso carrabile pertinente il palazzo storico che li ospita, inaspettati, di fronte alla salita che porta alla Biblioteca Comunale.
È auspicabile che la loro manutenzione, oggi carente anche per lo stato di abbandono dell’unità di maggiori dimensioni, sia ricondotta al livello di qualità con cui queste complesse finiture contribuiscono alla ricchezza della cittadina.
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