Chiesa Santa Rosa (Buggiani)

La chiesa di Santa Rosa (Buggiani) era parte integrante del convento delle terziarie domenicane fondato nel 1638 da tre suore ed avrebbe avuto, quale prima sede, la casa di fronte Cà Bembo (vicino alla Cassa di Risparmio). La famiglia patrizia Bembo, aveva la sua villa nell’attuale via Cesare Battisti ove questa fa angolo con l’attuale via Tortorini.

La sede primitiva del convento sarebbe stata quindi a pochi passi dal Borgo Perdù (via Anna Gasperi Bianchi Buggiani) e più facilmente si potrebbe spiegare l’intervento della famiglia Contarini-Gradenigo (che appunto in Borgo Perdù aveva le adiacenze della sua villa) per offrire alle monache un più adatto asilo.  Il 4 giugno 1640 Francesco Gradenigo donava a suor Domenega de Massari priora, dell’ordine di S. Domenico, in questa terra detta di S, Rosa e poi del SS. Rosario “una sua casa de muro solerata et coperta di coppi, con caneva, corte et horto et con tutte sua agenzie et pertinenze, posta in Monselice, in Contrà del Borgo Perdù ..”

Nel 20 maggio 1676 Caterina Gradenigo figlia del suddetto nob. Francesco, essendo troppo ristretta la casa disposta dal padre, lasciava al convento di S. Domenico le sue case che principiavano dalla “chiesa di Borgo Perdù fino alla Corsara della strada pubblica con tutto il Cortivo annesso a dette fabbriche ecc.” Il convento di S. Domenico occupa tutto il corpo di fabbriche che “attaccato alle pubbliche mura” (ora in proprietà  eredi Tortorini) e che dalla chiesa detta del SS. Rosario, come da iscrizioni tuttora esistenti sopra la porta dell’ingresso (ora S. Rosa) va fino al crocicchio di Via Garibaldi. Nei documenti che trattano di questo argomento è detto che questa nuova sede della domenicane era “poco discosta dal teson del salnistro”. Dobbiamo intendere questa vicinanza con una certa relatività perché infatti il teson del salmistro sorgeva bei fabbricati che in parte limitavano l’attuale piazzetta S. Marco protendendosi verso la retrostante via Cavallotti sicchè tra il convento ed il teson  si stendevano i beni del Gradenigo, la strada pubblica e tutto lo spazio ora occupato dalla piazzetta S. Marco. Dice il Mazzaroli che la chiesa, attigua al convento, detta dapprima di S. Marco delle Madri del Santo Rosario, venisse innalzata nel 1649. Tale data va rettificata in quella del 1650 perché così ci ammonisce la lapide riportataci dal Salomonio rinvenuta nel monastero delle monache Reverendissime terziarie di Monselice. I documenti d’Archivio del convento delle terziarie francescane sono conservati presso la Biblioteca Civica di Padova dove pure si trovano quelli delle terziarie di S. Anna, di S. Rosa, dei Barcaioli e delle fraternità di Monselice intitolate della Buona Morte, S. Caterina, Cinque Piaghe (della quale esistono i capitolari stampati in Venezia nel 1725), Concezione, Nome di Gesù e Rosario. Il nostro Ferretto, nel 1797 quando in ottemperanza alle prescrizione risalenti al Card. Barbarigo Vescovo di Padova, compilò lo stato delle anime della parrocchia di S. Paolo dettando qualche cenno storico su chiese ed oratori e conventi in giurisdizione di S. Paolo, scrisse che le nostre suore domenicane dipendevano dal Vescovo e dal Parroco, e ci lasciò l’elenco delle suore e donzelle che in quell’anno si trovavano nel convento.

Nel 1810 il convento venne soppresso. Da una lettera, diretta al Podestà di Monselice, risulta che il prefetto del dipartimento di Brenta, in data 10 giugno 1810 aveva prospettato alla superiore autorità la opportunità che il convento delle domenicane fosse esonerato dalla soppressione e fosse compreso fra quelli enti che si era riservato di conservare. Si giustificava tale proposta col fatto che quel convento era da considerarsi benemerito e necessario per le istruzioni e le educazioni delle giovini. Il Prefetto assicura tutto il suo interessamento in proposito ma quelle pratiche a nulla approdarono e la soppressione ebbe il suo effetto.

Dalla lettera apprendiamo che le nostre terziarie domenicane erano dette di S. Rosa. Figuravano in quei giorni quali maestre Rossi, Cannella, Melciori, Binello di Monselice, Usam di Noventa Vicentina, Targa di Este. Le alunne erano 42 di qui 6 dozzinanti regolari e 36 quelle esterne le quali pagavano in contributo a seconda delle proprio condizioni. L’insegnamento consisteva nelle forme elementari con principi di aritmetica con lavori finitissimi di bianco di quanto riguarda i bisogni di una famiglia, nella confezioni di nastri e palme di seta per conto di commercianti veneziani i quali commerciavano tali prodotti anche altre mare. Le alunne dozzinanti pagavano la retta di duc. 285,51 annui. Il fabbricato veniva dichiarato di buona architettura, in condizioni manutentive sufficienti e della capacità di sessanta persone oltre a tutte le esigenze di servizio.

Soppresso il convento della monache, la chiesa di SS. Rosario o di S. Rosa veniva acquistata da Don Andrea Maggia il quale provvide per la continua officiatura  della chiesa collocandovi la sede della Scuola detta delle Cinque Piaghe di Nostro Signore. Il 23 giugno 1854 venne istituita una pia Unione del Sacro Cuore di Gesù e posto al lato dell’altare due quadri, l’uno del Sacro Cuore di Gesù, l’altro del Sacro Cuore di Maria, opere di buona fattura del Pittore Veneto Latanzio Quarene eseguite nell’anno 1851. Gli stabili dell’ex convento passarono in proprietà della Ditta Cicogna Candeo da cui nel 1852 passavano in proprietà di Anna Gaspari Bianchi Buggiani che nel 1865 ne faceva cessione alla Commissione per le Scuole Femminili da essa istituite. L’ex convento delle terziarie domenicane, dopo circa mezzo secolo di inattività, ospitava le Suore della Misericordia di Verona con scuola elementare. Il 24 dicembre 1904 col concorso di tutte le autorità cittadine, venivano solennemente trasportate dal Cimitero Comunale alla Chiesa di S. Rosa le ceneri della benemerita Anna Gaspari Bianchi Buggiani, unitamente a quelle del marito Pietro Bianchi Buggiani. La chiesa serve di regola alle esigenze spirituali delle Suore della Misericordia ed è anche aperta a servizio pubblico.

La facciata della chiesa è stata restaurata nel 2022

 


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