Gli speziali, coloro che si occupavano delle spezie e delle confetture, un tempo vendevano anche medicine. Per legge gli speziali dovevano vendere i propri prodotti ‘freschi’. La qualità era controllata periodicamente da ispettori: il materiale avariato veniva bruciato e i farmacisti negligenti puniti. Nel 1790 usciva il Codice Farmaceutico, da rispettare per tutti i farmacisti della Serenissima Repubblica Veneta. Alcuni generici medicinali, o per la cura della persona, erano vendute da entrambe, farmacie e drogherie. Verso la metà dell’Ottocento la farmacia vendeva già per lo più prodotti confezionati dai laboratori chimici ma preparava anche alcune specialità. La Triacca, ad esempio, era una sorta di panacea sedativa, molto in voga anche a Monselice, veniva preparata con le vipere catturate nella Rocca!!
La legge ammetteva la presenza di una farmacia ogni 500 abitanti e il comune di Monselice ampiamente li superava. Le spezierie (farmacie) più famose di Monselice erano tre.
Quella in Piazza Maggiore (ora Mazzini), era di proprietà dell’Ospedale Civile: Giuseppe Pertile nel 1795 acquistava casa e spezieria da Camillo Tortorini. Nel 1798 Pertile vendeva casa e mobili ad Antonio Carleschi. I successivi acquirenti furono Maria Masi Pippa e poi, in definitiva, il farmacista Bartolomeo Rondella. Nel 1873 la affittava il farmacista Giobatta Bisaglia di Stanghella. Poi passò al farmacista Bortolo Ghirotti. Nel 1909 Ghirotti la vendeva al farmacista Raimondo Steiner. La farmacia doveva vendere i medicinali ai poveri addebitandone il costo al Comune e forniva all’ospedale grandi guadagni. Nel 1937 si volle modernizzare il locale secondo il progetto dell’ ingegnere G.B Rizzo ma la Seconda Guerra Mondiale avrebbe ritardato i lavori.
La seconda farmacia aveva sede in via Roma ed era dedicata alla ‘Madonna della Salute’. Questa, dicono, fosse la più antica farmacia di Monselice. Nel XVIII secolo era di proprietà della Ditta Tortorini. La sua storia catastale era collegata con quella dell’ Ospedale Civile di Monselice. Il 14 giugno 1752 Antonio Chiavellati affittava la spezieria da Nicolò Tortorini. Nel 1795 Tortorini, in possesso di alcuni diritti livellari sull’immobile, la vendeva a Giuseppe Pertile. Nel 1862 il nipote Antonio Tortorini vendeva la spezieria e la casa annessa al farmacista Giuseppe Priaro. Dal 1870 fino al 1912 fu di proprietà di Carlo Vanzi e dei suoi figli. Poi sarebbe passata al dottor Giuseppe Braggion.
Nel 1918 veniva aperta una terza farmacia. Essa si trovava in via Umberto I, di fronte al sagrato della chiesa di S. Paolo. Il primo proprietario fu il farmacista Enrico Bertazzo. Nel 1938 la vendette al dottor F. Farini (quella della foto).
Naturalmente i farmacisti costituivano la classe dei notabili più in vista nella nostra città e spesso occupavano posti importanti nella pubblica amministrazione.
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